Ultimamente due articoli mi hanno colpita de “La Tecnica della Scuola”, ma non volevo darci conto e proseguire per la mia strada. Tuttavia, come insegnante, non posso non considerare le parole di Antonello Giannelli, appena confermato per altri quattro anni presidente nazionale Anp (Associazione nazionale presidi): “Nessuno vuole sanzionare gli insegnanti, ma se non fanno il loro dovere è bene che il dirigente scolastico possa intervenire.” Ma non aveva nulla di buono da dire sugli insegnanti il presidente dell’Associazione nazionale presidi (che poi presidi non sono, ma dirigenti scolastici) appena rieletto presidente? Desidero precisare che a parti invertite, cioè se noi insegnanti avessimo una visione così pessimistica verso i nostri scolari, saremmo dei pessimi insegnanti. Noi maestri e professori abbiamo un atteggiamento estremamente positivo verso i discenti. Preferiamo il dialogo empatico per promuovere il loro apprendimento e cercare di risolvere le problematiche che possono presentarsi nell’ambito scolastico e non solo. Siamo in prima linea e certamente non svettiamo su di un piedistallo. La scuola reale dei docenti è dialogo, rispetto degli alunni e senso di abnegazione.
Precedentemente avevo anche letto l’articolo nel quale la presidente, Cristina Grieco, dell’I.N.D.I.R.E. (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) ci aveva ‘promossi’ da “guardiani” a “coreografi”. Passi pure “coreografi”, ma come promotori di un apprendimento propositivo degli alunni. Ma “guardiani”! Dal Devoto Oli: “La persona cui è demandata la sorveglianza o la custodia di una proprietà pubblica o privata secondo le norme fissate dal proprietario o dall’amministrazione responsabile.” Noi siamo insegnanti: coloro che lasciano il segno, e non è un parlare retorico. Se un decadimento c’è della scuola italiana, non inizia certo dalla base.
Nicolina Moretta
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