Home I lettori ci scrivono Non esiste nessuna “morìa” di scuole paritarie cattoliche

Non esiste nessuna “morìa” di scuole paritarie cattoliche

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“La progressiva riduzione del numero di scuole cattoliche in attività deve preoccupare non solo la comunità cristiana ma tutta la società civile e i responsabili dell’amministrazione scolastica nazionale, perché il pluralismo educativo è un valore irrinunciabile per tutti e ogni volta che chiude una scuola cattolica è tutta l’Italia a rimetterci”, così scrive il card. Gualtiero Bassetti – Presidente della CEI – su Agensir del 23 febbraio.

Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio si riferisce alla stessa (presunta e preoccupante) riduzione di scuole paritarie cattoliche, con toni drammatici indicandola come “continua e incessante morìa di scuole paritarie”, lo fa in data 1° marzo rispondendo alla lettera dell’autorevole lettore Giovanni De Marchi, Presidente Scuole Faes, scuole di ispirazione cristiana.

Ho già avuto moto di notare, qualche mese fa su Tecnica della Scuola, che la “morìa” è termine  del tutto improprio, esagerato, anche drammatizzante a fini propagandistici.

È però opportuno ritornare sull’argomento per ribadire e chiarire ulteriormente, vista l’autorevolezza dei due esponenti cattolici, probabilmente in buona fede ma indotti in errore da informazioni ricevute dai rispettivi collaboratori.

Partiamo dal documento “ Venti anni di scuola cattolica in cifre (1997-2018) ” a cura del CSSC (Centro Studi per la Scuola Cattolica). Il documento è recente perché datato 26 settembre 2018.

Aggiungiamo per chiarezza che per “moria” i dizionari riportano il significato di “Altissima mortalità, soprattutto di animali, causata da epidemie o da disastri ecologici”.

Va osservato che è opportuno far riferimento al numero di alunni anziché al numero di scuole paritarie cattoliche, perché queste hanno dimensioni (n. alunni iscritti) molto minori delle scuole statali. Infatti dalla tab. 4 a pag. 4 del richiamato documento CSSC, abbiamo che il rapporto medio alunni/scuola è pari a 59,5 per l’Infanzia, a 130,4 per la Primaria, a 109,2 per la Sec. I grado e a 77,7 per la Sec, II grado (in totale la media è di 73,4 alunni/scuola). Ne risulta che una scuola paritaria consiste in una sola sezione.

Dalla tab. 3 alle pag 3 e 4, possiamo estrarre le variazione del n. di alunni delle scuole paritarie (cattoliche non) e relativamente al decennio 2007 – 2017 che risultano essere le seguenti:

paritarie: 1.046.026/2007;    903.871/2017; diff. = – 142.155 nel decennio = – 1,36% all’anno;

statali :    7.708.241/2007; 7.816.408/2017; diff. = + 108.167 nel decennio = + 1,40% all’anno.

Mediamente nel decennio una scuola paritarie (cattolica o non) ha perso un solo alunno all’anno! E questa non è certamente morìa! È calo del tutto fisiologico, tenendo conto che il 7 settembre 2007 dalla banca californiana New Century era partita la prima avvisaglia della crisi che avrebbe colpito poi il mondo intero.

È anche vero che una scuola paritaria con soli 70 o 80 alunni, se ne perde 10 nel decennio può trovarsi nella condizione di dover chiudere. Però succede anche che alcune scuole paritarie debbano chiudere per ordini superiori segretati, improvvisi e provenienti dalle gerarchie dell’ordine religioso proprietario, oppure per materiale mancanza di personale religioso (suore) conseguenza del calo di vocazioni, o anche per mancanza di alunni a causa della denatalità, o infine perché l’edificio sede della scuola ha localizzazione e carattere storico pregiati ed più conveniente venderlo a chi poi lo trasformerà in residence o hotel.

Un cenno al calo delle vocazioni religiose sia di suore che di sacerdoti. Possiamo leggere che “Suore e frati scappano dai conventi”. Risulta infatti che nei dieci anni dal 2002 al 2012, il numero di suore in Italia è crollato da 108.175 a 86.431, quello dei sacerdoti diocesani  da 34.376 a 32.619, e il numero dei sacerdoti religiosi (francescani, benedettini, gesuiti, salesiani, …)  da 18.501 è sceso a 15.672 (con un calo totale pari a 4.58 unità). Da qui le difficoltà delle scuole dell’infanzia con bambini da 3 a 6 anni affidati suore anziane o molto anziane; con l’incredibile e recente caso limite della suora 81enne arrestata in fragranza di reato dai Carabinieri a Ferrandina perché maltrattava i bambini sia fisicamente che psicologicamente. Colpevole anche la grave inadempienza del Miur che ha omesso i controlli dovuti! (La suora è anch’essa vittima della situazione in cui è stata costretta!)

Altro cenno alla situazione di denatalità. L’Istat informa che il calo delle nascite è iniziato nel 2008, in dieci anni ha prodotto un calo di 120mila unità (45mila solo nell’ultimo triennio) e ormai ha assunto caratteristiche strutturali. Appare urgente individuare e analizzare le cause e provvedere: ma il governo e il mondo politico sembrano distratti e disinteressati al problema, impegnati come sono in perenne campagna elettorale, alla ricerca di possibili e future alleanze. Al riguardo è in programma a fine marzo a Verona il “XIII Congresso Mondiale delle Famiglie”, che “mondiale” proprio non sembra essere in base alla nazionalità dei partecipanti o speakers previsti, che è organizzato e patrocinato solo da ministri e politici della Lega (nessuno del M5S o di altri partiti), che ha già provocato una doverosa puntualizzazione dalla Presidenza del Consiglio e che non vede al momento il coinvolgimento di nessun rappresentante della Chiesa Cattolica, né della CEI.

Vincenzo Pascuzzi