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Nuovo contratto scuola 2023, Barbacci alla Tecnica della Scuola: “tra novembre e luglio aumento in linea con la restante parte della PA”

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Intervenuta nel corso della diretta della Tecnica della Scuola di ieri, 28 luglio, dedicata alla firma del rinnovo del contratto scuola, la segretaria generale della Cisl Scuola Ivana Barbacci, ha spiegato le ragioni dell’accordo:

“Questo contratto è stato affrontato e approcciato già a novembre 2022 per la parte più consistente del budget economico che riguarda tre leggi di Bilancio già abbondantemente superate (2019, 2020, 2021). Questo contratto riguarda il triennio 2019-21 che abbiamo già superato in termini di contesto e c’era una sorta di approccio sulla parte economica che avevamo pressochè completato con l’assegnazione in via straordinaria e con un’emissione speciale a dicembre con la distribuzione del 96% delle risorse”.

“Parallelamente abbiamo lavorato per ottenere lo svincolo dei 300 milioni di euro che erano stati fonte di grandi attriti con il precedente ministro Bianchi perché nella condizione data quelli restavano assegnabili solo a una quota parte residuale. Su questo abbiamo trovato una risposta politica, abbiamo lavorato per rendere esigibili questi 300 milioni a tutto il personale docente. A questo si sommavano altre risorse una tantum che stavano a significare che ci sono state per questo rinnovo ma che al momento non sono state quantificate, però ricordo che anche l’elemento perequativo nel contratto 2018 venne introdotto in forma una tantum per poi renderlo stabile e permanente. Ogni tipologia di risorsa che è stata disponibile l’abbiamo liberalizzata di un milione e 140mila addetti della scuola”.

“La somma delle due operazioni, quella di novembre e quella di luglio – ha spiegato Barbacci – porta un aumento perfettamente in linea con quanto già avvenuto nella restante parte della pubblica amministrazione, ovvero corrispondente a 124 euro medie. Ricordo che tutti i contratti della pubblica amministrazione sono stati già sottoscritti prima del nostro che è rimasto l’ultimo per il triennio 2019-21. Quella parte economica è stata sottoscritta a novembre da tutte le organizzazioni sindacali rappresentative che hanno ritenuto di non dover disperdere quelle risorse finanziarie. La causa dei nostri redditi bassi è il fatto che per dieci anni (dal 2008 al 2018) non abbiamo avuto la possibilità di contrattare nulla. Nessuna legge di Bilancio ha stanziato risorse per la pubblica amministrazione compresa la scuola e quindi per dieci anni siamo stati in un vuoto assoluto”.

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