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Nuovo regolamento del MPI in arrivo

Al Ministero della Pubblica Istruzione è lotta contro il tempo: si sta lavorando alacremente per mettere a punto il testo del nuovo “Regolamento di organizzazione” e farlo approvare dal Consiglio dei Ministri prima del varo della legge finanziaria.
Su non pochi punti, infatti, il Regolamento propone soluzioni del tutto difformi rispetto alle disposizioni della legge finanziaria e se dovesse essere approvato entro la metà di dicembre rimarrebbe comunque in vigore almeno per tutto il 2007.
L’impianto complessivo dell’apparato centrale non dovrebbe cambiare in modo sostanziale: ci saranno due Dipartimenti, uno per l’Istruzione e un altro per la Programmazione.
Il primo Dipartimento si articolerà in 4 direzioni generali: ordinamenti e sistema nazionale di istruzione, autonomia e personale scolastico, studenti, integrazione e partecipazione, formazione tecnica superiore e rapporti con i sistemi formativi.
Al Dipartimento per la Programmazione afferiranno altre 4 direzioni generali: studi e programmazione per i sistemi informativi, affari internazionali e comunicazione, politica finanziaria e bilancio, risorse umane del Ministero.
Ma, stando alle prime indiscrezioni, la bozza di regolamento sarebbe ricca di contraddizioni: alla direzione generale per gli ordinamenti, per esempio, verrebbe assegnato il compito di curare i rapporti con l’Indire e gli Irre regionali in materia di formazione del personale, mentre, come è noto, la legge finanziaria prevede la soppressione di tali Enti che dovrebbero essere sostituiti dalla Agenzia nazionale per l’autonomia.
Gli Uffici scolastici regionali, stando alla bozza di regolamento, dovrebbero addirittura esercitare vigilanza sugli Irre e avvalersi della loro collaborazione per tenere sotto controllo l’efficacia dell’azione formativa che si realizza nel sistema scolastico.
Ma la previsione che più di altre lascia perplessi è quella relativa al compito, attribuito agli Uffici Regionali, di assegnare alle Istituzioni scolastiche le risorse finanziarie necessarie al funzionamento,anche se la legge di bilancio prevede che d’ora innanzi i fondi dovrebbero arrivare alle scuole direttamente dal Ministero.
L’impressione è che al Ministero, rendendosi conto delle difficoltà applicative di alcune disposizioni della legge finanziaria, stiano cercando di correre ai ripari.
Bisogna però vedere se il Ministero dell’Economia si limiterà a guardare o se opporrà qualche veto.

Reginaldo Palermo

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