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Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Teatro, una potente forma di espressione sempre più diffusa in tutte le scuole

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Si celebra oggi, 27 marzo, la Sessantaduesima Giornata Mondiale del Teatro. Istituita nel 1962 dall’International Theatre Institute e da esperti dell’UNESCO, questa data – come si legge sul sito web dedicato –  intende incoraggiare gli scambi internazionali nel campo della conoscenza e della pratica delle Arti della Scena, stimolare la creazione ed allargare la cooperazione tra le persone di teatro, sensibilizzare l’opinione pubblica alla presa in considerazione della creazione artistica nel campo dello sviluppo, approfondire la comprensione reciproca per partecipare al rafforzamento della pace e dell’amicizia tra i popoli, associarsi alla difesa degli ideali e degli scopi definiti dall’UNESCO.

Per l’occasione viene richiesto ad una personalità del teatro, della musica e della cultura in genere di scrivere un messaggio: Jean Cocteau nel 1962, Eugene Ionesco nel 1976, Dario Fo nel 2013, sono solo alcuni tra i grandi nomi della cultura mondiale che hanno inviato un augurio per celebrare la Giornata. Quest’anno l’invito è stato rivolto a Jon Fosse, scrittore e drammaturgo norvegese, Premio Nobel 2023 per la Letteratura. Nel suo messaggio, Fosse afferma che il Teatro, così come tutta l’arte, la buona arte, riesce, in modo meraviglioso, a coniugare l’assolutamente unico con l’universale. Ci permette di comprendere ciò che è diverso – ciò che è estraneo, si potrebbe dire – in quanto universale. Così facendo, l’arte supera i confini tra le lingue, le regioni geografiche, i paesi, mettendo insieme non solo le qualità individuali di ciascuno, ma anche, in un altro senso, le caratteristiche individuali di ogni gruppo di persone, ad esempio di ogni nazione.

La Scuola, ormai da tantissimi anni, riserva al Teatro un posto d’onore, proprio perché convinta che il Teatro rappresenti una delle forme più potenti di comunicazione. Se proviamo a digitare “teatro-scuola” in un qualsiasi motore di ricerca, ci accorgiamo che l’Unità d’Italia passa anche attraverso il palcoscenico: da Nord a Sud, dal piccolo paesino di montagna al grande centro urbano, il teatro assume la dimensione di un potente unificatore che attraversa il Paese con migliaia di esperienze, progetti, concorsi e laboratori di studio e di ricerca.

Come affermato dal professore Gaetano Oliva, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, educare alla teatralità significa operare in previsione di un’educazione globale della persona, in forza della quale il soggetto ha la possibilità di crescere. La pedagogia dell’espressione si propone di indurre il bambino a prendere possesso dei suoi mezzi espressivi. Il teatro, nel definirsi educativo, vuole recuperare la dimensione di rito di spazio per la ricerca della propria identità, affinché diventi occasione per la conquista di sé e per la costruzione di relazioni; si tratta di un percorso individuale in un lavoro di gruppo.

Chi scrive ha avuto la fortuna di vivere un’esperienza teatrale esaltante a scuola, assieme alla professoressa-regista Patrizia Tumbiolo, che ha dato origine a un libro, “Dal testo al palcoscenico. Proposte operative per l realizzazione di quattro laboratori teatrali”. Nel saggio, edito dalla nostra casa editrice “La Tecnica della Scuola”, è presentato un progetto pluriennale svoltosi in liceo linguistico di Palermo, attraverso il quale i docenti coordinatori hanno cercato di dimostrare che il teatro può fare parte integrante delle normali attività antimeridiane di insegnamento-apprendimento, coinvolgendo moltissime altre discipline e proponendosi al tempo stesso come potente antidoto alla dispersione scolastica.