
Il celebre fotografo Oliviero Toscani, 82 anni, ricoverato da venerdì 10 gennaio nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Cecina (Livorno) in prognosi riservata, è morto: da sabato 11 gennaio non era più cosciente.
Il fotografo è stato portato all’ospedale cecinese vicino alla sua residenza di Casale Marittimo in provincia di Pisa, a causa di un peggioramento delle sue condizioni già gravate dall‘amiloidosi, una malattia incurabile. Lo riporta Il Corriere della Sera. La malattia gli era stata diagnosticata due anni fa e resa pubblica dallo stesso Toscani nell’agosto scorso in un’intervista al Corriere.
Chi era Oliviero Toscani
Come riporta Il Messaggero, nato a Milano il 28 febbraio 1942, figlio di Dolores Cantoni e Fedele Toscani, uno dei fotoreporter storici del Corriere della Sera, dopo gli studi al liceo Vittorio Veneto di Milano, nel 1965 Oliviero Toscani si diploma in fotografia all’Università delle Arti di Zurigo, dove è allievo di Serge Stauffer, specialista di Marcel Duchamp e dell’artista Karl Schmid. La sua carriera inizia nel settore della moda, dove collabora con le riviste più prestigiose come Vogue ed Elle.
Nel 1991 fonda con Tibor Kalman la rivista Colors, dedicata ai temi sociali e politici, e due anni dopo partecipa come artista alla Biennale di Venezia. La sua carriera è costellata di successi, tra cui l’assegnazione del Gran Premio dell’Unesco. La sua capacità di raccontare il mondo attraverso l’obiettivo lo porta a diventare un punto di riferimento internazionale, immortalandone le icone più celebri, dai Beatles a David Bowie, da Naomi Campbell a Fidel Castro.
La grande novità del suo approccio alla fotografia pubblicitaria è quella di ritrarre problematiche sociali e inserirle nelle pagine patinate delle riviste di moda. Un nuovo approccio che gli consentirà di instaurare un importante rapporto lavorativo con l’azienda Benetton a partire dai primi anni Ottanta.
Toscani cura lo scatto ed il concept delle campagne pubblicitarie della casa di moda: temi come l’uguaglianza razziale, la mafia, la lotta all’omofobia, la lotta all’Aids, la ricerca della pace, l’abolizione della pena di morte vengono per la prima volta proposti sui cartelloni stradali e sulle pagine pubblicitarie. Nel 2000 interromperà la collaborazione con il gruppo Benetton in seguito ad una controversa campagna che utilizza foto reali di condannati a morte negli Stati Uniti e che provocò azioni di ritorsione verso la casa di moda.
La campagna pubblicitaria girata a scuola
Una sua campagna pubblicitaria di successo è stata girata in una scuola: nel 2017 Toscani, per Benetton, ha fotografato una classe di ventotto bambini in una scuola di Milano di tredici nazionalità diverse, provenienti da quattro continenti. Sorridenti. Dieci bambini – dal Burkina Faso alle Filippine, dall’Italia al Senegal – riuniti attorno a una maestra che legge Pinocchio. Lo riporta Ansa.
“Il problema del mondo attuale è l’integrazione. Il futuro si giocherà su quanto e come sapremo usare la nostra intelligenza per integrare il diverso, superando le paure”, queste le sue parole in quell’occasione.