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Orientamento, Almalaurea: il 45% dei diplomati non è contento della scelta della scuola superiore. Come evitare tutto ciò?

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Sono molti i problemi che possono emergere all’ingresso della scuola superiore. Secondo Almalaurea, come riporta Il Corriere della Sera, la quota di chi cambierebbe indirizzo di scuola superiore si attesterebbe al 44,8%. È quanto emerge dai dati sul Profilo dei diplomati e sugli Esiti a distanza che ha riguardato oltre 32.000 diplomati del 2022. Si tratta di una consistente percentuale: come scongiurare ciò? VAI AL CORSO

Quello della continuità scolastica è uno dei problemi da anni più dibattuto a livello nazionale perché il passaggio da un ordine all’altro è tra le cause più frequenti di disagio e di insuccesso scolastico. La nascita degli istituti comprensivi ha facilitato il passaggio dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado, ma rimane ancora aperto il problema del passaggio alla secondaria di secondo grado. Infatti le iniziative di continuità si limitano spesso ad attività finalizzate a controllare l’attuazione dell’obbligo scolastico o a verificare, attraverso i risultati raggiunti, l’adeguatezza del percorso formativo scelto.

Molto poche le iniziative che puntano sulla progettazione di percorsi didattici che coinvolgono gli insegnanti della secondaria di primo e secondo grado. Eppure proprio al primo anno della secondaria di secondo grado si registra il numero più alto di insuccesso e di dispersione scolastica.

È solo per una scelta di percorso sbagliato o c’è altro?
Sicuramente gli alunni superano più facilmente i disagi dell’adattamento al nuovo ciclo di istruzione se ci sono un buon raccordo tra gli ordini scolastici e una progettazione condivisa delle competenze prioritarie da perseguire, dei nodi concettuali disciplinari, delle attività didattiche.

La condivisione di un progetto formativo uniforme può aiutare gli alunni più giovani a confrontarsi con i compagni più grandi, a conoscere in modo diretto ambienti scolastici e attese degli insegnanti della scuola superiore e ad alleviare eventuali ansie e tensioni emotive. Ma può aiutare gli alunni del biennio ad assumere compiti di responsabilità, a sperimentare comportamenti di tipo tutoriale, a confermare la scelta fatta.

Il corso

Su questi temi il corso Curricolo verticale: realizzare un progetto formativo uniforme dai 3 ai 19 anniin programma dal 27 marzo, a cura di Anna Maria Di Falco.

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