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Padre di un’alunna va a scuola a parlare con il docente e lo schiaffeggia: lui continua a lavorare e non sporge denuncia

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Ancora violenza nei confronti degli insegnanti. Qualche giorno fa, venerdì 22 marzo, il padre di una studentessa avrebbe schiaffeggiato l’insegnante della propria figlia dopo una discussione. Tutto è avvenuto in una scuola media della provincia di Massa, in Toscana.

La ricostruzione dei fatti

Come riporta Il Corriere della Sera, sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri. Al loro arrivo però la situazione si era già ricomposta. Fino a ieri non è stata presentata alcuna denuncia; il docente colpito non è nemmeno ricorso a cure mediche e ha poi proseguito nel suo lavoro. 

Secondo La Nazione l’uomo, dopo lo schiaffo, si sarebbe allontanato, tanto da non essere presente nella scuola al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine. Il padre si era presentato a scuola chiedendo di parlare con il professore di sua figlia.

“Solidarietà a tutto il corpo docente”

Sulla vicenda sono intervenuti la dirigente scolastica – “La scuola condanna ogni forma di violenza” – e il sindaco di Massa Francesco Persiani: “Da parte mia e dell’amministrazione come prima cosa voglio esprimere la solidarietà al professore vittima dell’aggressione. La vicenda naturalmente sarà chiarita da chi di dovere ma è chiaro che non vorremmo assistere mai a episodi del genere. La solidarietà dell’amministrazione non va solo all’insegnante coinvolto in prima persona ma all’interno corpo docente”.

“Nell’apprendere quanto accaduto in una scuola di Massa (Massa Carrara), fatto che ha avuto rilievo nazionale, non possiamo che esprimere tutta la nostra solidarietà al docente, e più in generale a tutto il personale dell’istituto. Ma questo non basta; nostra solidarietà va a tutti i docenti ed Ata della scuola italiana. È una situazione che ormai si sta manifestando in molti istituti scolastici sulla quale bisogna intervenire, e non solo con i mezzi della giustizia. È una situazione che riguarda proprio tutti”, così il segretario generale regionale Uil Scuola Carlo Romanelli. 

“Quanto accaduto denota il venir meno dell’importanza dell’istituzione scuola, del ruolo dei docenti ed Ata – aggiunge in una nota – che al contrario dovrebbe essere al centro della nostra politica di crescita economica e culturale. Bisogna allora indagare sul perché questi fatti accadano. E sempre più spesso”. Per Romanelli “si deve purtroppo constatare come questi anni il personale scolastico sia stato svilito nel proprio ruolo anche con stipendi ben lontani, non solo da quelli dei colleghi europei, ma dagli stessi addetti di altri settori del comparto istruzione e ricerca. Come sia stato sottoscritto, ma non da Uil scuola, ad un contratto peggiorativo rispetto ai precedenti e che ci fa tornare indietro di anni con anacronistici blocchi di docenti, continui concorsi, addizionali che in molti casi quasi azzerano gli stipendi. Il recupero di autorevolezza e dignità passa allora anche per questo”.

La legge contro la violenza sui docenti

È in Gazzetta Ufficiale la Legge n. 25 del 4 marzo 2024, recante “Modifiche agli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico“.

La nuova norma, che entrerà in vigore il 30 marzo prossimo, interviene sui numerosi episodi di violenza nei confronti del personale della scuola, esercitati non solo dagli studenti, ma anche dai loro familiari.

L’art. 1 prevede l’istituzione con apposito decreto di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, con compiti di monitoraggio, studio, informazione e sensibilizzazione.

L’art. 2 riguarda la promozione dell’informazione da parte del Ministero, mentre l’art. 3 istituisce la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, che si celebrerà il 15 dicembre di ogni anno.

Gli articoli dal 4 al 6 intervengono sul codice penale: l’art. 4, in particolare, modifica l’art. 61 c.p. (Circostanze aggravanti comuni) inserendo il n. 11-novies con un’ulteriore circostanza aggravante comune, consistente nell’”avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio delle loro funzioni“.

Il successivo articolo 5 apporta modifiche all’art. 336 c.p. (Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale) introducendo il seguente comma: “La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola“.

Infine, anche l’art. 6 introduce la medesima circostanza aggravante all’art. 341-bis c.p. con riferimento al reato di oltraggio a pubblico ufficiale: anche in questro caso “La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola“.