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Pagelle e test psicoattitudinali ai magistrati, le toghe s’oppongono: non siamo scolari! Il Governo si ferma ma non demorde

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L’altissima selezione per diventare magistrato non garantirebbe la presenza di giudici di ruolo tutti all’altezza del situazione. Tanto da fare chiedere alla maggioranza – attraverso la riforma Cartabia e l’azione del sottosegretario Alfredo Mantovano nella riunione preparatoria con i tecnici, prima dell’ultimo Consiglio dei ministri – di introdurre dei test psicoattitudinali per i magistrati in servizio: la stessa premier Giorgia Meloni è arrivata a questa conclusione. Solo che a non essere d’accordo sono gli stessi magistrati. A rivelarlo è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. L’Esecutivo, che non vuole arrivare allo scontro, è stato così costretto a fare un passo indietro.

“Crosetto ha avuto la cortesia di chiamarmi – ha rivelato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia – ora è fuori Italia e quando ritornerà probabilmente ci incontreremo”.

In precedenza, Santalucia parlando con Sky Tg24 ha detto che quello sulle pagelle ai magistrati “è un termine veramente infelice per definire il controllo di professionalità, come se noi fossimo scolari di una scuola. Ma a parte il termine credo che abbiano costruito un sistema macchinoso che depotenzierà la capacità delle valutazioni periodiche di intercettare le vere cadute di professionalità dei magistrati”.

Nordio, dal canto suo, ha replicato spiegando di non temere “un attacco della magistratura e non lo teme neanche Crosetto – ha detto -. Credo che il ministro della Difesa abbia interpretato quello che è un sentimento abbastanza diffuso e che si è creato in questi decenni ed è stato acuito dallo scandalo Palamara”.

Così la proposta del sottosegretario Alfredo Mantovano – di introdurre i test psicoattitudinali tra le toghe – si è fermata alla riunione preparatoria del consiglio dei ministri, senza approdare nei decreti, ma la volontà di procedere in quella direzione rimane.

“Non è stata ancora introdotta solo perché la legge delega del governo non lo consentiva – ha chiarito il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, di Forza Italia – ma è una cosa che va fatta. In Francia e in Germania è una prassi, evidentemente non è un’offesa alla magistratura”.

Secondo l’Ansa, inoltre, resta in piedi il progetto di separazione delle carriere fra magistratura inquirente e magistratura giudicante, altro tema di tensione con i magistrati. “La posizione di Forza Italia è chiara – ha ribadito il capogruppo azzurro, Paolo Barelli – la riforma della giustizia serve al Paese e ai cittadini, non è contro qualcuno. Noi vogliamo ci sia equidistanza tra difesa e accusa nei confronti del giudice che deve essere terzo”.

Per il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, però, “la questione dei test psicoattitudinali è una tempesta in un bicchier d’acqua, i test non sono stati inseriti nel provvedimento del governo. Per quanto riguarda il fascicolo del magistrato e le ‘pagelle’, non sono un’iniziativa per punire qualcuno, anzi. Con questo provvedimento viene piuttosto tracciato un percorso che dà ampio modo al magistrato di recuperare qualche momento di difficoltà nell’adempimento”.

“La giustizia è efficienza – continua Paolo Sisto – : ce lo insegna la logica del Pnrr”, perché “ ridurre i tempi dei processi costituisce il presupposto per avere accesso ai fondi. Si tratta, in definitiva, di una valutazione qualitativo-quantitativa, un giudizio dinamico affidato al Csm su parametri significativamente articolati. È quindi una riforma a favore della migliore magistratura”.