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Parità scolastica, primi commenti

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Il Polo da parte sua replica le accuse già formulate per la riforma dei cicli: la legge era "blindata" e nessun emendamento delle opposizioni è stato accolto.
Più sfumate appaiono invece le posizioni sindacali.
Nella tarda serata è stata resa nota la posizione di Cgil e Cisl.
La Cisl sottolinea come la legge sia "il frutto evidente di un compromesso ricco di contraddizioni e ambiguità, che si prestano a preoccupanti disomogeneità nell’attuazione".
In particolare la Cisl Scuola ritiene  che "la scelta di sostegno al reddito per garantire il diritto allo studio di tutti gli studenti sia di per sé condivisibile, ma possa prefigurare un ruolo delle Regioni aperto a possibili disomogeneità di orientamenti e di comportamenti".
Alcune soluzioni contrattuali previste nell’art. 1 della legge – anzi – non piacciono per nulla alla Cisl che contesta la norma secondo cui le scuole non statali "possono avvalersi di prestazioni volontarie di personale docente purché fornito di relativi titoli scientifici e professionali ovvero ricorrere anche a contratti di prestazione d’opera di personale fornito dei necessari requisiti".
Sono norme – dicono alla Cisl – che "istituzionalizzano di fatto un improprio precariato, sono dequalificanti professionalmente e rischiano di introdurre forme di sfruttamento del lavoro".
La Cgil Scuola, al contrario, apprezza il fatto che la legge "detta finalmente regole in un settore, quello della scuola privata, che in molti casi si è caratterizzato per il mancato rispetto dei diritti degli utenti e dei lavoratori", ma poi precisa subito che alcune parti del testo approvato non godono del giudizio positivo del sindacato.
La Cgil Scuola prende atto che con questa legge si completa il quadro legislativo dei vari processi che riguardano l’istruzione, anche se "manca il provvedimento sugli organi collegiali di scuola, la cui approvazione è sempre più urgente".
Ma il problema maggiore – secondo il segretario Enrico Panini – rimane la concreta realizzazione dell’intero percorso riformatore .
"Le riforme – sostiene Panini – richiedono per la loro attuazione un forte investimento sulla scuola, a partire da chi ci lavora".
Come dire che il giudizio è sospeso ed è legato agli atti concreti che il Governo compirà nei prossimi mesi.