La preside della scuola elementare Longhena a Bologna è stata sommersa da una sere di polemiche per una circolare in cui richiama le maestre a usare pause di mezzora al massimo al mattino e ritorno in classe dalla mensa entro le due.
Non dello stesso parere i genitori e le maestre che operano in una delle scuole più belle del mondo, immersa nel parco del Pellegrino: ci mettiamo a guardare l’orologio? Non è meglio sfruttare il parco e andare in ricreazione quando i bambini ne sentono il bisogno?
Alla Longhena si organizzano giornate di lettura in pigiama e l’intervallo si fa quando i bambini ne hanno bisogno.
E la dirigente ha subito risposto: «Ho solo richiamato il regolamento. Non si può stare in giardino fino alle tre se alle quattro bisogna prepararsi per uscire. Non dico che la ricreazione non sia importante ma ci sono delle competenze da raggiungere».
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«In generale, la scuola italiana mostra un sovrano disprezzo per le competenze corporee. Quando i bambini arrivano in prima elementare sembra che la cosa più importante sia che imparino a stare seduti. Ma chi l’ha detto che stare fermi sia un valore in sé? — dice Susanna Mantovani, docente di Pedagogia alla Bicocca di Milano —.Il movimento all’aperto è un momento fondamentale: serve a rilanciare l’attenzione. Certo, le pause vanno regolamentate: non si può fermare il treno solo perché si ha voglia di sgranchirsi le gambe. Ma non c’è niente di peggio che vietare l’intervallo a chi si è comportato male. Così, se già era nervoso prima, darà fuori di matto».
Sarebbe interessante sapere a questo punto cosa ne pensano i nostri lettori: la ricreazione secondo un orario prestabilito oppure ogniqualvolta i bambini sono stanchi e hanno bisogno di riposo?
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