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Pensioni scuola, domande (forse) dal 19 settembre al 21 ottobre: a breve la pubblicazione del decreto e della circolare

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Come abbiamo già anticipato, durante l’incontro tra MI e Sindacati del 5 settembre scorso, sono state presentate le bozze del decreto e della circolare ministeriale concernenti i pensionamenti dal 1° settembre 2022.

Nel corso dell’incontro, è stato anticipato che le domande per andare in pensione dall’a.s. 2023/24 dovranno essere presentate, da docenti e ATA, entro il 21 ottobre 2022, mentre resta ferma la data del 28 febbraio prossimo per i Dirigenti scolastici.

La data iniziale per trasmettere le domande dovrebbe invece essere il 19 settembre 2022.

Per la FLC CGIL, “la necessità, rappresentata dal Ministero, di anticipare i termini per le ricadute che un eventuale rinvio avrebbe sull’ avvio del prossimo anno scolastico, non giustifica il fatto che le persone siano costrette a presentare la domanda, senza possibilità di revoca, addirittura quasi un anno prima. Si tratta infatti di un tempo in cui le condizioni personali, familiari, economiche e di salute, che incidono sulle scelte delle lavoratrici e dei lavoratori, possono completamente cambiare. Abbiamo quindi richiesto di fissare la data ultima per le domande al 15 novembre, e di garantire l’apertura delle procedure per almeno cinque settimane, facendo presenti le difficoltà in cui si trova il personale amministrativo delle scuole ancora gravato in questo periodo dalle complesse, e farraginose, operazioni di avvio di anno scolastico”.

Anche la UIL Scuola “ha chiesto un termine più adeguato per la presentazione delle domande di pensionamento, dato che – presentate con così largo anticipo – non hanno alcuna influenza sull’organizzazione del calendario relativo ai movimenti dei docenti e neppure alle immissioni in ruolo per l’a.s. 2023/24”.

Inoltre, lo stesso Sindacato ha evidenziato “come le segreterie – su cui pesa tutta la procedura – non hanno ancora l’organico al completo, con nomine rinviate o legate a procedure di assegnazione del personale precario. Questa situazione oggettiva è causa del ritardo nella produzione degli atti che servono alla liquidazione delle pensioni (decreti di computo, di riscatto, di ricongiunzione). Operazioni delicate che potrebbero portare ad errori nella formulazione e nel calcolo delle pensioni relativamente all’ultimo miglio”.

A questo deve aggiungersi che il “quadro normativo è incerto perché legato alle modifiche che potrebbero essere apportate alla materia pensionistica dalla Legge di Bilancio”; senza contare che “questo anno il clima è ancora più difficile da interpretare perché legato alle elezioni politiche del 25 settembre”.