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Per riscoprire la dieta mediterranea il Miur ci prova con i sommelier della frutta

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Per avvicinare i giovani alla dieta mediterranea Miur e Coldiretti metteranno a loro disposizione un gruppo di “assaggiatori-sommelier della frutta” esperti nell’arte della degustazione. Il protocollo d’intesa, valido per tre anni, è stato presentato il 27 maggio a Roma dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, e dal presidente della Coldiretti, Sergio Marini: per l’occasione era presente un’intera scolaresca che ha assistito a una lezione di “sommelier della frutta”, che fanno parte dell’associazione Onafrut (Associazione nazionale assaggiatori della frutta). L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Educazione alla campagna amica” che dal prossimo anno scolastico conta di coinvolgere oltre 100 mila alunni delle scuole elementari e medie inferiori: per loro sono previste 3mila lezioni presso le “fattorie didattiche” e più di 5 mila “laboratori del gusto” che saranno organizzati nelle aziende agricole e in classe.
Parte del progetto condotto dal ministero dell’Istruzione e della Coldiretti rientrerà nel programma “Cittadinanza e Costituzione”. Ma anche in quello per l’informazione e l’educazione alla corretta gestione dei rifiuti, con particolare attenzione alle aree a rischio delle Regioni italiane. In tale ambito i due organismi organizzeranno la Giornata nazionale Miur/Coldiretti su cibo, energia e ambiente e svolgeranno attività connesse e funzionali agli scopi previsti nella convenzione.
Durante la presentazione, i rappresentanti dell’organizzazione agricola hanno colto l’occasione per ricordare che i prodotti come pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine di oliva e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola, in pasti regolari, “hanno consentito agli abitanti del Belpaese di conquistare fino ad ora il record della longevità con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea”.
Gli stili di vita e le tendenze moderne non sembrano però andare in questa direzione: tra i più piccoli “si sta perdendo la conoscenza dei processi naturali che portano gli alimenti sulle tavole”, mentre tende a prevalere una immagine bucolica e stereotipata dell’agricoltura, che “riflette il ritardo culturale con il quale anche la scuola affronta spesso problemi di tale importanza”, ha affermato il presidente Sergio Marini. La Coldiretti si è detta “pronta a collaborare con il ministero mettendo a disposizione le migliaia di fattorie didattiche, fattorie aperte e i tantissimi agriturismi per contribuire a formare le nuove generazioni educandoli al rispetto dell’ambiente, del territorio e ai principi della sana alimentazione”.
“La riscoperta delle tradizioni alimentari nelle giovani generazioni è importante – ha detto il leader della Coldiretti – in un Paese come l’Italia dove un terzo dei ragazzi italiani è obeso o in sovrappeso per effetto soprattutto del progressivo abbandono dei principi della dieta mediterranea, confermati dal crollo del 20% nei consumi casalinghi di frutta e verdura”.
Su tutti questi punti si è detto d’accordo il ministro dell’Istruzione, che per l’occasione ha ricevuto dalla Coldiretti il diploma di socio onorario dell’associazione per l’impegno nella formazione delle giovani generazioni a un consumo più consapevole.  “E’ importante – ha dichiarato Gelmini – che i bambini imparino ad avere uno stile di vita corretto. La scuola è uno dei luoghi deputati a educare gli studenti al rispetto per l’ambiente, alla conoscenza delle ricchezze del proprio territorio e alla valorizzazione di sani comportamenti alimentari”. L’intesa è “un’opportunità importante per gli studenti non solo perché permette di imparare a mangiare sano e a riconoscere i prodotti delle nostre terre, ma anche perché quello agricolo è uno dei settori fondamentali su cui puntare per il rilancio della nostra economia. Riavvicinare i giovani all’agricoltura significa anche – ha concluso il responsabile del Miur – insegnare loro a valorizzare le proprie tradizioni locali, i prodotti tipici e a rafforzare il senso di appartenenza al proprio territorio”.