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Perché le Regioni hanno detto no al Regolamento

Perchè Regioni ed Enti Locali hanno espresso parere negativo sulla bozza di Regolamento sul primo ciclo di istruzione ?  
Scontata la presa di posizione “politica” (nella Conferenza le regioni di centro-sinistra sono in maggioranza), i motivi di merito non erano ancora molto chiari.
La pubblicazione di uno stralcio di verbale della seduta del 28 gennaio, nel corso della quale le Regioni si sono espresse in maggioranza contro la bozza di  Regolamento,  ci fornisce qualche informazione in più.
Il fatto è che le Regioni ed Enti locali avevano presentato alcune proposte di modifica che però non sono state accolte dal Governo.
Ma esaminiamo gli emendamenti nel dettaglio.
Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia le Regioni avevano chiesto di aggiungere, fra le condizione da rispettare nel caso di iscrizioni anticipate, anche la “valutazione pedagogica e didattica da parte del collegio dei docenti dei tempi e delle modalità di accoglienza”, proposta sulla quale il Governo si è riservato di dare una risposta.
Per quanto riguarda la scuola primaria le Regioni avevano segnalato che “l’eliminazione delle compresenze nelle classi successive alla prima porta a modificare sostanzialmente il Piano dell’offerta formativa in base ai quali i genitori hanno iscritto i loro figli alla scuola”.
L’osservazione non è stata presa in considerazione dal Governo che ha sostenuto che l’eliminazione delle compresenze non comporta nessuna modifica del Pof.
Va peraltro rilevato che le Regioni hanno obiettato sulla cancellazione delle compresenze nelle classi successive alla prima, lasciando intendere che, se ci si fosse limitati alle classi prime, la regola poteva anche essere condivisa.
Al comma 6 dell’articolo 4, sempre dedicato alla primaria, le Regioni hanno chiesto una modifica: sostituire l’espressione “la dotazione è fissata in 27 ore settimanali” con le parole “la dotazione organica è fissata,  per le classi successive alla prima, in 30 ore settimanali”.
Per quanto riguarda infine la secondaria di primo grado non piace a Regioni e Comuni il fatto che l’orario complessivo delle lezioni preveda 33 ore annuali da destinare ad attività di approfondimento riferita agli insegnamenti di materie letterarie”: il disaccordo è sul riferimento alla “materie letterarie” e infatti l’emendamento proposto riguardava appunto la cancellazione delle parole  “riferita agli insegnamenti di materie letterarie”.
Su tutto il resto le Regioni non hanno sollevato obiezioni: lo scontro, quindi, si è giocato in larga misura sulla questione delle compresenze e sulle modalità di calcolo degli organici nelle classi di primaria successive alla prima.
Ma intanto, per poter adottare definitivamente il Regolamento il Governo dovrà aspettare ancora il parere del Consiglio di Stato che, probabilmente, arriverà non prima della metà di marzo.

Reginaldo Palermo

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