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“Perle di saggezza” nella CM sugli organici

La recente circolare sulla definizione degli organici di fatto contiene alcune piccole “perle di saggezza” che segnaliamo ai nostri lettori.
Ecco le più interessanti.
La CM, riferendosi a quanto previsto dall’articolo 64 della legge 133/08, segnala ai direttore regionali e agli assessori regionali che “il mancato raggiungimento degli obiettivi ha già comportato e comporterà ancora una corrispondente riduzione della quota dei risparmi conseguenti alla riduzione dei posti e destinata ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola “.
C’è da chiedersi se viale Trastevere siano al corrente che la contrattazione nazionale è ferma da anni e che misure concrete per lo sviluppo professionale del personale della scuola non si sono viste né se vedono all’orizzonte.
E che dire della affermazione secondo cui “una attenta gestione degli spezzoni orari inferiori a sei ore potrà, sicuramente contribuire al raggiungimento dell’obiettivo del contenimento della spese di cui all’art. 64 della legge 133 del 2008” ?
Il Miur intende riferirsi al fatto che accorpando spezzoni di modesta entità si creano di fatto ulteriori cattedre destinate ai precari; lasciando gli spezzoni alle scuole i dirigenti devono invece coprire le ore aumentando l’orario dei docenti già in servizio.
In realtà la spesa finale è assolutamente identica (anzi forse a conti fatti si spende persino di più affidando gli spezzoni ai docenti di ruolo !)  anche se cambiano radicalmente i dati che il Miur deve trasmettere al MEF: nel primo caso aumentano le cattedre, nel secondo caso no; e, a quanto pare, ciò che interessa al MEF non è la spesa effettiva, ma solamente l’apparenza.
La CM sottolinea anche la necessità che i nulla osta per il trasferimento da una scuola all’altra venga rilasciati con parsimonia.
Peccato che già in più circostanze la giustizia amministrativa si sia espressa nel senso di riconoscere alle famiglie il diritto di spostare l’iscrizione anche durante il periodo estivo, soprattutto se nel frattempo sono insorte nuove esigenze familiari.
Interessante poi la annotazione relativa al “necessario rispetto delle norme relative alla sicurezza e alla prevenzione”.
“Relativamente a tale ultima previsione, si ribadisce che in presenza di certificazioni rilasciate dalle autorità competenti le classi vanno istituite tenendo conto di quanto  indicato dalle certificazioni stesse”.
Sembra una apertura finalizzata ad evitare le cosiddette “classi pollaio”, ma in realtà si tratta come è spesso accaduto negli ultimi anni di una clausola messa lì per complicare ulteriormente la vita di uffici provinciali e dirigenti scolastici: se l’organico di fatto non può aumentare rispetto allo scorso anno, anche il richiamo alle norme sulla sicurezza si riduce ad una mera dichiarazione di principio.
Divertente, al limite del paradosso, il riferimento agli esoneri e ai semiesoneri.
La CM “rappresenta la necessità che i relativi provvedimenti siano  adottati dai Dirigenti scolastici in tempo utile rispetto all’effettuazione delle citate  operazioni e comunicati contestualmente alle competenti sedi territoriali degli uffici scolastici regionali”.
Ma il fatto è che in moltissimi casi gli esoneri o i semiesoneri riguardano scuole oggetto di dimensionamento e quindi il dirigente che dovrebbe fare la richiesta non ha conoscenza completa dei docenti che faranno parte del futuro comprensivo (senza contare che in numerose situazioni si tratta persino di dirigenti che dal prossimo settembre saranno collocati in pensione). E decidere già adesso di chiedere la copertura di una cattedra di lettere piuttosto che di un posto di scuola primaria o dell’infanzia significa porre una ipoteca sul nome d chi dovrà svolgere le funzioni di collaboratore del dirigente.
Per non parlare infine, delle “economie derivanti dalla scelta da parte delle famiglie del
modello orario di 24 ore settimanali”
nella scuola primaria
Ma, a viale Trastevere, conoscono i report dei servizi statistici del Miur stesso secondo cui le classi a 24 ore rappresentano a livello nazionale lo 0,1% del totale (come dire che in tutta Italia sono complessivamente meno di un centinaio) ?

Reginaldo Palermo

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