Starebbe risultando grave che, insieme alla storia del bimbo che inventa “petaloso” ( e di cui subito ne ha approfittato Renzi), si sia pure tirato fuori, da un fatterello di cronaca, un vocabolo ufficiale della lingua italiana.
A rigor di logica, scrive Linkiesta.it, l’aggettivo “petaloso” sarà usato in contesti floreali e la useranno (forse) giardinieri e fioristi, ma non conoscerà mai una grande diffusione e nel giro di un paio di giorni, non se la ricorderà più nessuno.
Inoltre, spiega Linkiesta.it, la nuova parola è un errore. Non siamo di fronte a un poeta che si inventa una parola nuova per dire ciò che, fino a quel momento, era indicibile/impensabile. A scuola gli errori andrebbero sanzionati e non premiati. Così qualcuno potrebbe concludere che a scuola venga insegnata la cultura del condono e non quella del rigore delle leggi.
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Ma soprattutto “petaloso” non è ancora italiano, ma è già inglese. Gli anglosassoni, per esprimere l’identico concetto “ usano un bel “petalous”, che suona tanto comprensibile e familiare. Insomma, assonanza e somiglianza e un ennesimo anglicismo che si aggiunge alla lunga tradizione di calchi e prestiti che anziché arricchire l’italiano allarga i confini dell’inglese. Certo, sono solo parole, e ognuno faccia come vuole.
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