Estero

Petizioni dei presidi evidenziano una scuola in crisi: il caso in Regno Unito

Successivamente ai vari casi che hanno interessato il sistema scolastico anglosassone – assenza ricambio generazionale del corpo docente e servizi sempre più in diminuzione – i presidi di tutto il Regno Unito vogliono fare di più. Si rivolgono, tramite i maggiori quotidiani nazionali ed internazionali – citando The Guardian e BBC – direttamente al Ministro o alle Camere per chiedere ad alta voce un cambio di passo. Lo scandalo del RAAC – cemento autoverticolato – che costituisce materiale da costruzione per lltre l’80 % degli istituti scolastici locali ha portato alla chiusura di numerose scuole ed ha suscitato enorme sdegno nella popolazione locale. Restando in tema di infrastrutture, l’accessibilità agli istituti scolastici da parte dei locali studenti affetti da disabilità motoria – anche a livello di servizi ad personam – perde sempre più attenzione da parte del Ministero, il quale non dispone di fondi sufficienti da dedicare a tale scopo. I presidi locali hanno raccolto le proprie posizioni tramite interviste dedicate al tema, sollevando un concreto dibattito a livello nazionale.

I risultati dei report a livello nazionale

Carenze e tagli ai finanziamenti stanno causando una “crisi in piena regola” nell’istruzione per bambini e giovani in Inghilterra, secondo i dirigenti scolastici che affermano di avere difficoltà a dare agli alunni il sostegno di cui hanno bisogno. Paul Whiteman, segretario generale del sindacato dei dirigenti scolastici NAHT, ha accusato il governo di trattare le scuole come un’”attività marginale” rispetto a questioni che fanno notizia come l’immigrazione. “Questa è una crisi in piena regola e una brutta notizia per i bambini, le famiglie, le scuole e gli enti locali. In vista delle elezioni generali, spetta a tutti i partiti politici impegnarsi a realizzare gli investimenti a livello di sistema necessari per affrontare questa crisi”, ha affermato Whiteman. Centinaia di bambini con bisogni speciali aspettano un anno per ricevere sostegno in Inghilterra, sostiene il rapporto. I dirigenti delle scuole tradizionali e speciali hanno riferito alla NAHT di essere stati costretti a ridurre il numero di assistenti didattici o le ore lavorate a causa delle pressioni finanziarie, tagliando il sostegno individuale vitale per gli alunni con bisogni educativi speciali e disabilità (detti SEND).

Pressioni finanziarie 

L’indagine della NAHT su 1.000 dirigenti scolastici ha rilevato che il 78% ha affermato di aver ridotto il personale di supporto come gli assistenti didattici negli ultimi tre anni, e l’84% ha affermato di aspettarsi di farlo anche entro i prossimi tre anni. Alcuni presidi tra gli intervistati hanno affermato di temere che la carenza di finanziamenti significhi che non sarebbero in grado in futuro di mantenere gli alunni affetti da disabilità e il personale al sicuro, mentre altri hanno affermato di non essere in grado di pagare la logopedia, il supporto per la salute mentale o la formazione specialistica. Ian Kendal, preside esecutivo del Our Lady of Fatima Trust nell’Essex, ha affermato che i finanziamenti erano insufficienti e che è “sorprendente” che i finanziamenti per alunno non aumentassero da più di un decennio. Questo, ha detto, esercita un’enorme pressione sui budget scolastici in diminuzione. “Semplicemente non c’è capacità nelle scuole speciali nella nostra zona, il che significa che stiamo supportando ancora più alunni con bisogni complessi nei nostri contesti tradizionali.” In Italia oltre la metà degli istituti risale ad oltre 50 anni fa e l’accessibilità costituisce una grave problematica per garantire il corretto accesso alle aule per gli studenti affetti da disabilità motoria; i fondi PNRR ancora non danno il risultato soerato a livello infrastrutturale ed integrativo….

Andrea Maggi

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