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Piano di formazione obbligatoria, le novità per i 750mila docenti

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Il Miur ha fatto sapere che piano di formazione obbligatoria dei docenti prevede, per la prima volta, 9 priorità tematiche nazionali per la formazione.

Eccole, in estrema sintesi:

–       Lingue straniere;

–       Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento;

–       Scuola e lavoro;

–       Autonomia didattica e organizzativa;

–       Valutazione e miglioramento;

–       Didattica per competenze e innovazione metodologica;

–       Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale;

–       Inclusione e disabilità;

–       Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile.

Il Miur assume la regia nazionale della formazione: stabilisce le priorità, ripartisce le risorse, monitora i risultati delle attività, sviluppa accordi nazionali con partner della formazione. Le scuole, sulla base delle esigenze formative espresse dai singoli docenti attraverso i Piani individuali di formazione, progetteranno e organizzeranno, anche in reti di scuole, la formazione del personale. Ogni docente avrà un portfolio digitale che raccoglierà esperienze professionali, qualifiche, certificazioni, attività di ricerca e pubblicazioni, storia formativa. Le attività formative saranno incardinate nel Piano dell’Offerta e saranno perciò coerenti con il progetto didattico di ciascun istituto. La formazione potrà svolgersi in modo diversificato: con lezioni in presenza o a distanza, attraverso una documentata sperimentazione didattica, attraverso la progettazione.

Saranno finanziate le migliori ‘startup della formazione’: il Miur promuoverà la ricerca, la sperimentazione, incentivandole a lavorare insieme a strutture scientifiche e professionali per la costruzione di percorsi innovativi di formazione. In collaborazione con INDIRE sarà realizzata una Biblioteca digitale scientificamente documentata delle migliori attività didattiche e formative.

Ricordiamo che la formazione (comma 124 della legge Buona Scuola) diventa “obbligatoria, permanente e strutturale”.

Al Miur hanno tenuto a specificare che “tutti i 750.000 docenti di ruolo saranno coinvolti”.

 

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