Le “stranezze” (ma sarebbe forse meglio parlare di illegittimità) legate alla approvazione del Piano triennale sembrano davvero diffuse.
Le segnalazioni che arrivano da molti nostri lettori e che non è difficile trovare riportate anche in rete parlano chiaro: la procedura seguita nelle scuole per l’approvazione del Piano previsto dalla legge 107 non è delle più limpide.
Ed è anche strano, dal momento che la legge è fin troppo chiara: il Piano viene elaborato dal collegio dei docenti docenti “sulla base – come recita il comma 14 – degli indirizzi per le attività
della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico”.
Insomma i passaggi sono chiari: il dirigente fissa i criteri/indirizzi (e ovviamente li rende noti e li comunica agli organi collegiali dell’istituzione scolastica), il collegio (magari opportunamente organizzato in gruppi di lavoro) elabora il Piano e il consiglio lo approva.
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Tutto chiaro, quindi?
Assolutamente no, perchè dalle notizie che stiamo raccogliendo risulta che in poche scuole il ds abbia formalizzato con un apposito atto (decreto, dispositivo, determinazione, ecc..) gli indirizzi generali come invece previsto dalla legge.
La mancanza di questo atto non è del tutto irrilevante perchè quello di adozione del Piano triennale è un vero e proprio procedimento amministrativo a tutti gli effetti.
E quando in un procedimento manca proprio l’atto preliminare i rischio è che l’intero “pacchetto” perda di validità.
Con un risultato non di poco conto: un qualunque docente appartenente ad una classe di concorso per la quale il piano non prevede richieste di organico potenziato potrebbe sentirsi leso in un proprio diritto o interesse legittimo. Il docente potrebbe impugnare il procedimento di adozione del Piano e potrebbe trovare un giudice del lavoro che accoglie la sua tesi.
Conclusione: poichè seguire la procedura prevista dalla legge non è difficile e neppure complicato è consigliabile prestare un po’ di attenzione e fare le cose per bene.
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