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Più scuole uguale a meno guerre

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I dati ancorché freddi e impersonali sono in questo caso agghiaccianti. 
E’ stato presentato nei giorni scorsi il Rapporto di Save the Children che mira a far riflettere sul danno collaterale del dramma Guerra. L’impatto di una guerra sui bambini e sul sistema scolastico è devastante. Le scuole vengono distrutte, nel sud Libano si stima che il conflitto abbia già causato la distruzione di 50 scuole e l’inagibilità di almeno altre 300. Quando ciò non accade, le scuole vengono usate come quartier generale delle milizie o per accogliere la popolazione sfollata. La guerra civile in Liberia (1989-1997) ha provocato la distruzione dell’80% delle scuole. Attualmente si stimano in 115 milioni i bambini nel mondo che non vanno a scuola, di essi 43 milioni vivono in Paesi in guerra o reduci da essa. Degli 8,5 miliardi di dollari destinati ogni anno agli aiuti per l’istruzione nei Paesi a basso reddito, meno di un terzo è arrivato in questi 30 Paesi, in quanto il conflitto in corso tende a farli considerare generalmente non affidabili e in grado di gestire i flussi degli aiuti.
La prospettiva che si palesa per questi bambini è di essere reclutati come soldati, di venire sfruttati, di cadere vittime del traffico di esseri umani. La scuola per questi bambini rappresenterebbe l’unica possibilità di vita, permetterebbe loro di riacquistare un senso di normalità in attività sociali e creative in spazi protetti, consentirebbe di acquisire informazioni importanti per la salute. Gli asettici dati delle statistiche indicano delle correlazioni significative a tal proposito: ad una crescita dell’1% del tasso di alfabetizzazione corrisponde un aumento del 2% della speranza di vita, l’iscrizione alla scuola primaria delle bambine si correla a una riduzione della mortalità infantile del 4,1 per mille. Save the Children si fa promotrice di una campagna di mobilitazione e sensibilizzazione presso la comunità internazionale affinché si stanzino gli ulteriori 5,8 milardi di dollari da destinare a tali Paesi per garantire il diritto all’istruzione primaria. Tale risultato potrebbe presentarsi come unica via per garantire allo stesso tempo: diritti, benessere, speranza di vita ai bambini e sviluppo, crescita, pace per i Paesi in conflitto.