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Pnrr, Sinopoli: “il governo usi quei soldi per gli aumenti. Letta? accompagni Draghi a chiudere il contratto in ritardo di tre anni”

In un’intervista apparsa questa mattina su ‘Repubblica’ il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli torna a parlare del contratto scuola scaduto da tre anni e lancia alcune proposte per poter arrivare a una soluzione. Si parte dalla posizione di Enrico Letta, che ha dichiarato di voler impegnarsi ad equiparare gli stipendi degli insegnanti alla media di quelli europei:

“E’ un’indicazione da prendere positivamente – spiega Sinopoli – quando in campagna elettorale si mette la scuola al centro, bisogna ascoltare. Dico che prendiamo così in parola Letta da chiedergli di mostrare subito le intenzioni del suo partito. Accompagni Draghi e il ministro Bianchi a chiudere, adesso, un contratto di lavoro che è in ritardo di tre anni e che ha risorse sufficienti per aumenti fino a un massimo di 123 euro lordi. Una miseria, vista la base di partenza”.

Il segretario lancia poi la proposta: “Vedo il governo usare oggi le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per migliorare diversi investimenti. Ecco, usi quei soldi europei anche per gli stipendi dei docenti e dei lavoratori della scuola. Direi che lo può fare, visti i precedenti”.

“Sono d’accordo che ci vorranno cinque anni per arrivare alle retribuzioni medie dei Paesi europei occidentali ma il Pd dia adesso un segnale chiaro. L’aumento di 123 euro è pochissimo, ci abbiamo fatto due scioperi. Oltre la distanza con i Paesi europei c’è quella con il resto della pubblica amministrazione. A parità di titolo di studio ci sono differenze che arrivano a 350 euro. Vogliamo vedere gli aumenti adesso, prima della prossima Legge di bilancio”.

Cosa non abbiamo gradito? “L’ultimo atto, i 400 euro di aumento ad personam per ottomila insegnanti che realizzeranno un lungo percorso di formazione. Un docente per scuola, l’uno per cento del totale. Una provocazione assurda, non risolve alcun problema e mette i docenti uno contro l’altro” conclude Sinopoli.

Daniele Di Frangia

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