Categorie: Personale

Posizioni economiche ATA: restano le mansioni ma non il compenso?

Inquietante nota del MIUR sulla questione delle posizioni economiche Ata.
In realtà, si tratta solo della trasmissione di una nota emanata dal MEF qualche settimana fa che però crea qualche complicazione ad una vicenda già piuttosto intricata.
Cosa dice la nota del Miur?
Semplice (ma non troppo): a partire dal settembre 2014 e fino al dicembre 2015 al personale ATA al quale era stata riconosciuta a suo tempo una nuova posizione economica non potrà essere pagato nulla; e fin qui la questione è chiara, perché il CCNL sottoscritto in via definitiva il 7 agosto scorso prevede che il compenso correlato al nuovo profilo acquisito a seguito di procedura concorsuale venga corrisposto solo fino al mese di agosto 2014 e venga considerato solamente un emolumento una tantum.
Il blocco dovrebbe cessare al 31.12.2014 e quindi a partire dal gennaio 2015 tutto dovrebbe rientrare nella norma (non è neppure il caso di sottolineare che, visti i tempi che corrono, il condizionale è assolutamente doveroso).
Ma c’è un punto che non è del tutto chiaro:  la nota ricorda che l’articolo 9, comma 21 del decreto legge 78/2010 da cui discende il “blocco” in questione stabilisce che “le progressioni di carriera comunque denominate ed i passaggi tra le  aree  eventualmente  disposte  negli anni 2011, 2012 e 2013 hanno effetto, per i predetti  anni,  ai  fini esclusivamente giuridici”.
Cosa vuol dire però che le progressioni di carriera hanno effetto esclusivamente ai fini giuridici?
Il dubbio è che questo possa significare che il personale mantiene il mansionario acquisito a seguito della procedura concorsuale ma senza poter usufruire dei connessi benefici economici. In altre parole questo vorrebbe dire che i collaboratori scolastici dovranno occuparsi comunque dell’assistenza ai disabili ma senza poter percepire un compenso aggiuntivo. 
Sarebbe forse il caso che la questione venisse chiarita al più presto anche per evitare forme di contenzioso che non farebbero altro che peggiorare i rapporti dentro la scuola.

Reginaldo Palermo

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