Il progressivo aumento della povertà educativa, come documentano l’Istat, il Censis e altre organizzazioni, rende necessari interventi sempre più mirati.
Ne parliamo con Dafne Cloe Guida, presidente dell’Impresa sociale STRIPES di Rho (MI) che da 35 anni si occupa di progettazione di attività e percorsi destinati ai più giovani.
Stripes è un acronimo che sta per “Studio Ricerca Intervento Pedagogia Extrascolastica”
Nata appunto circa 35 anni fa, questa impresa sociale si impegna nello sviluppo di progetti educativi extra-scolastici, operando su tutto il territorio nazionale.
Dafne Guida sottolinea l’importanza dei luoghi come elementi educativi, anche facendo riferimento al lavoro e al pensiero del pedagogista Loris Malaguzzi.
Si tratta infatti non solo di recuperare gli spazi abbandonati sotto l’aspetto architettonico e ambientale ma anche di trasformarli in centri di aggregazione e apprendimento per la comunità.
Lavorando a livello nazionale – osserva Guida – si nota che c’è un sempre più diffuso desiderio di comunità.
Nonostante le diversità metodologiche e le esigenze locali specifiche, da nord a sud dell’Italia, famiglie e bambini esprimono il bisogno di connessione, supporto e opportunità di apprendimento condivise.
Ma c’è un altro aspetto che la presidente di Stripes segnala: il coinvolgimento attivo delle comunità locali è essenziale per il successo dei progetti di Stripes. Progetti “calati dall’alto” possono avere una valenza teorica ma raramente portano a un cambiamento reale e duraturo.
Ma purtroppo con la recente legge di bilancio il fondo per il contrasto alla povertà educativa non è stato adeguatamente sostenuto e per questo motivo, Stripes, insieme ad altre realtà del terzo settore, ha sollevato più di un timore.