Il movimento di base dei precari torna alla ribalta con un documento approvato al termine di una lunga assemblea svoltasi nei giorni scorsi a Roma dove erano presenti precari del CPS (Coordinamento precari scuola) e di altri gruppi organizzati provenienti da diverse città italiane (Milano, Mantova, Terni, Latina, Roma, Bari e Napoli).
L’assemblea è servita per ribadire una questione che il movimento considera centrale fin dal mese di luglio del 2008 quando erano iniziate le prime manifestazioni: i tagli al settore dell’istruzione e il precariato sono strettamente legati.
Altrettanto chiara l’ipotesi di soluzione: “il problema del precariato – sostiene il movimento – non può risolversi attraverso proposte di reclutamento e rinnovamento delle graduatorie che dividono i precari tra favorevoli e contrari al pettine”.
E’ necessario, secondo i precari, difendere il principio costituzionale della libera circolazione di tutti i lavoratori sul territorio nazionale.
Ma è anche indispensabile dare attuazione alla direttiva europea che prevede la stabilizzazione dei lavoratori che per tre anni hanno avuto un contratto a tempo determinato.
Altrettanto netta la presa di posizione contro “forme di reclutamento e gestione del personale della scuola che prevedano albi regionali, doppio canale di assunzioni, chiamata diretta da parte dei presidi e forme di privatizzazione e regionalizzazione del sistema dell’istruzione pubblica”.
L’assemblea ha anche espresso un fermo “rifiuto del sistema di valutazione proposto dal Governo sia attraverso le prove Invalsi, sia attraverso il meccanismo premiale e il sistema di sanzioni introdotti dalla legge Brunetta, che sottopone piuttosto il personale della scuola a un costante ricatto da parte del dirigente scolastico, senza che ne sia effettivamente valutato il merito”.
Ma nel concreto, come intendono muoversi i precari nei prossimi mesi ?
Intanto aderendo allo sciopero degli scrutini indetto dai Cobas per il mese di giugno ma anche con iniziative intermedie che dovrebbero servire a mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema del precariato.
E per l’11 maggio c’è anche in programma la “giornata nazionale della rabbia dei precari” che si svolgerà in molte città italiane.
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