Ai Cobas è giunta voce che qualche dirigente scolastico starebbe boicottando gli effetti del doppio sciopero proclamato dal sindacato di base, in corrispondenza delle prossime prove Invalsi. E avvertono: se le cose stanno così, siamo pronti a denunciarli e a portarli in tribunale.
“Alcuni presidi impauriti – spiega Piero Bernocchi, leader storico dei Cobas – vorrebbero già i superpoteri, spostando in altra data i quiz Invalsi? Sarebbe illegale e verrebbero denunciati. Mentre procede l’organizzazione, per il 5 maggio, di quello che dovrebbe essere il più grande sciopero della storia della scuola italiana, indetto dai Cobas da tempo e fatto proprio negli ultimi giorni anche da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, ci giungono diffuse e preoccupanti notizie secondo le quali taluni presidi starebbero comunicando ai docenti che le ‘prove Invalsi’, previste nelle classi seconde e quinte delle scuole elementari il 5 e 6 maggio 2015 e nelle seconde classi delle scuole superiori il 12 maggio 2015, sarebbero ‘recuperate’ in altra data, ove non venissero svolte per gli scioperi indetti da tempo dai Cobas il 5, 6 e 12 maggio 2015, e in particolare il 5 quando sciopereranno con noi anche gli altri cinque principali sindacati della scuola”.
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Secondo il leader dei Cobas, occorre forse ricordare che questo genere di “comunicazioni sono non solo illegittime, ma anche gravemente antisindacali poiché si intenderebbe ‘recuperare’ un’attività (peraltro non obbligatoria per i docenti), non svolta per sciopero”.
Sottolineando che l’Invalsi prevede la possibilità di posticipare le date dei test solo in casi eccezionali “a seguito della presentazione della documentazione, entro tempi indicati e prima che decorrano i giorni previsti per le stesse prove e non certamente per sciopero dei docenti”, i Cobas chiedono agli uffici competenti del Miur e ai dirigenti degli Usr un “pronto intervento per impedire tale gravissima violazione”. E comunque, preannunciano che “nel caso di mancato ritiro delle illegittime e antisindacali disposizioni”, procederanno immediatamente a tutelare le prerogative dei lavoratori/trici nelle competenti sedi, ivi comprese quelle giudiziali.
Insomma, secondo Bernocchi sugli scioperi non si scherza. Anche perché, se davvero alcuni presidi vorrebbero spostare le prove Invalsi, si vanificherebbe l’effetto dello sciopero. Che, vale la pena ricordare, ad ogni lavoratore costa diverse decine di euro.
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