Con una nota datata 22 dicembre il Ministero fornisce le consuete indicazioni per la stesura del Programma annuale delle istituzioni scolastiche.
Per il 2012 c’è una novità importante: le scuole dovranno predisporre il documento contabile solamente per il periodo gennaio/agosto, periodo rispetto al quale sono state calcolate le somme che ciascuna istituzione scolastica dovrà inserire fra le entrate di provenienza statale.
“La quota riferita al periodo settembre-dicembre 2012 – spiega la nota del Ministero – sarà oggetto di successiva integrazione, per consentire una ordinata gestione dei dimensionamenti”.
In realtà la motivazione addotta dal Miur appare piuttosto pretestuosa, dal momento che il dimensionamento riguarderà una percentuale tutto sommata ridotta di scuole (tutte le scuole della secondaria di secondo grado sono escluse dal dimensionamento e in molte regioni i piani di riorganizzazione riguardano solo una piccola parte delle scuole del primo ciclo).
La decisione ministeriale appare piuttosto mirata a “prendere tempo” rispetto alle erogazioni di cassa, soprattutto quelle relative al “budget base” per il pagamento delle spese per le supplenze che viene girati quasi per intero alle scuole entro il mese di giugno.
In base alle nuove regole una fetta non irrilevante di fondi verrà così erogata solo a partire dal mese di settembre.
Altra novità: aumenta lo stanziamento per le spese di funzionamento passando dai 130milioni del 2011 ai 200 del 2012.
Anche in questo caso la questione andrebbe approfondita perché il rischio è che i 70milioni di euro aggiuntivi vengano ricavati dai fondi della legge n. 440 del 2010 che ancora non sono stati erogati alle scuole (somme peraltro di cui nessuno parla più, dando quasi per scontato che siano state cancellate dagli impegni del Ministero nei confronti delle Istituzioni scolastiche.
Per il 2012, insomma, le difficoltà finanziarie delle scuole sono destinate ad aumentare anche perché il Ministero continua a non dire mezza parola sulla questione più complessa e difficile, che è quella dei residui attivi che le istituzioni scolastiche vantano nei confronti del Miur stesso.
Di fatto, negli ultimi anni, le scuole hanno anticipato per conto dello Stato somme anche consistenti (la media è di 70-80 mila euro per scuola) svolgendo la stessa funzione che le banche svolgono per conto delle aziende che non hanno liquidità sufficiente per pagare gli stipendi dei propri dipendenti. Ma, ovviamente, con un “potere contrattuale” nei confronti dello Stato-debitore che è praticamente uguale a zero.
Per consultare e scaricare la nota prot. n. 9355 del 23 dicembre e i relativi allegati consulta il box “Approfondimenti” di questa pagina.
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