In Sicilia una ragazza con disabilità è stata ammessa agli esami di terza media, anche se in realtà gli obiettivi necessari per affrontare il passaggio non erano stati raggiunti. La famiglia ha fatto ricorso e il Consiglio di Giustizia Amministrativa, ribaltando quanto aveva stabilito il Tar di Catania, ha riconosciuto l’interesse dell’alunna, una quattordicenne con disabilità, con un bel 7/10, a ripetere l’anno. Sotto accusa in particolare la mancanza nel PEI degli indicatori di esito.
Questo in sintesi quanto si legge sul portale Vita.it
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha considerato che l’ammissione agli esami di terza media decisa l’estate scorsa fosse illegittima e che l’alunna con disabilità dovesse lasciare il liceo che intanto aveva iniziato per tornare in terza media in modo così da completare la sua preparazione e raggiungere davvero quegli obiettivi – in termini di competenze ma anche di autonomie e modalità di relazione – che le sono necessari per poter “volare” con sicurezza nella nuova scuola e iniziare una nuova fase della sua vita.
I genitori, scrive Vita.it, avevano ben chiara la battaglia da portare avanti per la propria figlia e per tutti i ragazzi con disabilità: garantire col PEI uno strumento di programmazione di reali e concreti percorsi di acquisizione di competenze, che orienti la didattica lungo l’intero anno scolastico e che misuri l’effettivo andamento del raggiungimento degli obiettivi posti, per arrivare alla fine dell’anno con una chiara valutazione degli apprendimenti e delle competenze raggiunti e di quelli, viceversa, da rinforzare. L’inclusione scolastica vera infatti passa dal far capire alle scuole che anche gli alunni con disabilità hanno il diritto di fare un percorso di crescita, come tutti, senza essere “parcheggiati”, né al contrario essere promossi solo per “uscire” il prima possibile. E che non si può essere superficiali nella valutazione del raggiungimento degli obiettivi, perché le competenze raggiunte sono i mattoni per affrontare il successivo step del percorso formativo ed educativo. L’interesse a ricorrere anche contro una promozione, apparentemente paradossale, quindi c’era eccome: era l’interesse della ragazza a ripetere la classe III, vista le necessità per il suo ulteriore percorso di raffinare alcune autonomie.
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