Approfondiamo la questione delle prove Invalsi con Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas.
Domanda
Ma insomma i Cobas potrebbero accettare la somministrazione delle prove a condizione che venga risolto il problema del pagamento del lavoro aggiuntivo ?
Risposta
Chiariamo subito: la nostra opposizione alle prove Invalsi è totale ma ha in primis motivazioni didattiche e non “contrattuali”. Noi riteniamo grottesca la modalità di valutazione con i test Invalsi e abbiamo ormai abbondantemente dimostrato perchè ogni valutazione quantitativo-numerica del lavoro docente è impossibile o del tutto strumentale e finalizzata a ben altro che il merito o la qualità della scuola.
Il non-pagamento del lavoro aggiuntivo è l’ultimo dei problemi in ordine di importanza: saremmo contrari anche in caso di pagamento.
D. Ma il Ministero dice che l’uso delle prove è obbligatorio
R. Le prove Invalsi non sono obbligatorie nè per i docenti nè per gli studenti, ma solo per l’ente Invalsi e si potrebbero/dovrebbero svolgere all’esterno degli edifici scolastici e senza interferire sulla didattica ordinaria. Per svolgerle a scuola durante l’orario scolastico e usandone le aule si dovrebbero riunire Collegi docenti e Consigli d’istituto e accettare tale modifica della didattica.
Noi stiamo battendoci perchè tali riunioni si effettuino: e di fronte al rifiuto dei presidi abbiamo preparato diffide e procederemo anche per via legale.
D. Avevate proclamato uno sciopero proprio concomitanza delle date previste per la somministrazione delle prove. Ma poi lo avete revocato.
R. La revoca dello sciopero è stata obbligata per la regola della rarefazione oggettiva, ma in realtà ci siamo convinti che in quei giorni dovremo stare a scuola per impedire ogni sopraffazione, imbroglio e impiccio con cui capi di istituto o docenti che non hanno capito la gravità della procedura volessero imporre cose non decise da Consigli e Collegi. Abbandonare il campo in questa situazione sarebbe un autogol, verremmo sostituiti e tutto funzionerebbe regolarmente.
D. Cgil e FGU-Gilda sono su posizioni simile alle vostre. Ci possono essere convergenze ?
R. Solo noi stiamo facendo sul serio questa battaglia: la Cgil si sta accodando ma dicendo che la valutazione “quantitativa” va bene, solo che bisogna correggere un po’ le modalità Invalsi. Gilda oscilla, e qualcuno, che ha presenza pressochè nulla nelle scuole, prova a cavalcare il nostro nome e le nostre iniziative.
Insomma la nostra posizione è chiara e coerente e la stiamo diffondendo in tutta Italia. Abbiamo già raccolto oltre 40 mozioni di Collegi contrari alle prove e ce ne arrivano in continuazione
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