Home Didattica Qual è la differenza tra lavoro di gruppo e Cooperative Learning? Imparare...

Qual è la differenza tra lavoro di gruppo e Cooperative Learning? Imparare a gestire e stare all’interno di gruppi

CONDIVIDI

Come specifica la docente Laura Papetti, docente ed editorialista di Pearson Italia, un’attività cooperativa si differenzia da una semplice attività di gruppo per alcuni presupposti-chiave: (VAI AL CORSO)

  1. Nell’attività cooperativa la leadership è condivisa, mentre nelle attività di gruppo tradizionali l’insegnante generalmente sceglie uno studente leader per tutto il lavoro, oppure non lo sceglie e lascia che le dinamiche relazionali prendano naturalmente piede;
  1. Nell’attività cooperativa si crede che l’eterogeneità nel gruppo porti beneficio perché si ha modo di scambiare diversi punti di vista, perché si mettono in gioco più capacità di negoziazione, mentre nel lavoro di gruppo tradizionale si preferisce l’omogeneità come criterio per avere un gruppo coeso e che arriva linearmente alla meta;
  1. Se l’attività è cooperativa anche la valutazione deve essere cooperativa, cioè si valuteranno sia l’individuo, nel contributo individuale che è chiamato a dare, sia il gruppo, con criteri che riguarderanno sia il risultato atteso, sia le modalità con cui i compagni hanno collaborato.

Creare un gruppo di lavoro non significa soltanto dividere la classe in varie parti. I gruppi, infatti, costituiscono una sfida per chi è tenuto a gestirli: un gruppo di lavoro è una fortuna, ma anche un’insidia. Esso risponde ad un’antichissima dimensione umana, che noi tutti serbiamo nel nostro patrimonio innato e appreso. Un gruppo è di fatto teatro di conflitti, schieramenti, fughe, spietatezze, ma al contempo di accordi, affetti, coesione, convivenza buona.

In ogni gruppo si liberano situazioni e comportamenti spesso amplificati, non corrispettivi delle persone in gioco. Risulta importante quindi, per i docenti interessati, studiare la cosiddetta “dinamica di gruppo”.

Ma non è tutto qui: imparare a gestire e a stare all’interno di gruppi risulta utile anche per collaborare meglio con i propri colleghi.

L’approccio della psicologia sociale

Per comprendere meglio il funzionamento dei gruppi è bene apprendere le mappe essenziali provenienti dalla psicologia sociale, la branca della psicologia che studia l’interazione tra l’individuo e i gruppi sociali, che si interseca con la sociologia.

Questa disciplina ricollega l’agire individuale e l’analisi dei processi psichici negli individui con l’analisi delle dinamiche sociali a cui questi partecipano.

Un percorso step by step

Sono molti i passi pratici che portano alla consapevolezza del “fare gruppo”: si parte dalla gestione del controllo, dall’alimentazione del senso di appartenenza e dal contenimento di soggetti collerici, aggressivi, tesi, distruttivi fino allo sblocco di soggetti in impasse, spenti, prevenuti, demotivati, e al traghettamento del gruppo verso il senso di sicurezza. Questo percorso porta a saper condurre lezioni e riunioni efficaci e inclusive e a saper negoziare su piani di studio e piani di lavoro.

Quali competenze?

Le competenze coinvolte nell’ambito della creazione e nella gestione di gruppi sono comunicative, emotive e di gestione di stress e negatività, di pedagogia attiva e del cooperative learning e di benessere personale e organizzativo.

Il corso

Su questi argomenti il corso Fare gruppo a scuola: teoria e tante pratichein programma dal 17 ottobre, a cura di Pino De Sario, che si configura come una “palestra di buone pratiche di gruppo”.