Home Archivio storico 1998-2013 Personale Quella innaturale idiosincrasia verso il contratto di lavoro dei docenti

Quella innaturale idiosincrasia verso il contratto di lavoro dei docenti

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Un vero attacco, spesso sembrerebbe immotivato, contro gli accordi contrattuali, che vengono giudicati impropriamente come privilegi eccessivi della categoria dei lavoratori della scuola. Chi è che non ricorda la campagna mediatica, portata avanti dal ministro Brunetta sui fannulloni e i parassiti che occupano immeritatamente un posto di lavoro nell’amministrazione pubblica? Una crociata portata avanti togliendo diritti contrattuali a tutti i lavoratori, senza estirpare alla radice, in maniera chirurgica e precisa, il problema, che pure esiste, di chi parassitariamente prende uno stipendio senza impegno, merito e addirittura con scarsa presenza lavorativa. Persone che ben conosciamo nei luoghi di lavoro e che, anche nelle nostre scuole esistono. 
Sono persone che abusano dei giusti diritti contrattuali, per evitare gli impegni di lavoro, persone senza scrupoli che fruiscono puntualmente dei giorni di malattia senza essere malati, persone che, per quanto riguarda la scuola, non rispettano nemmeno i gravosi compiti assegnati alla funzione docente. Si tratta di personale che utilizza i patti contrattuali in modo fraudolento ed ipocrita, abusando dei diritti e non attuando, nemmeno minimamente, i propri doveri. L’idea sbagliata e paradossale è quella di cambiare il contratto per via legislativa, eliminando i diritti ed imponendo altri doveri per tutti i lavoratori, a causa di qualche sciagurato parassita che abusa delle norme contrattuali per sfuggire ai propri doveri. Sarebbe come privare un portatore di handicap di avvalersi di una norma dall’alto senso civico come la legge 104/92, perché ci sono dei mascalzoni, chiamati eufemisticamente “falsi invalidi”, che truffano lo Stato, per ottenere i giusti benefici di questa legge. La strategia di eliminare i diritti contrattuali a tutti i lavoratori della scuola, per colpa di qualche fannullone che sfrutta, senza etica e senso civico, le norme regolate dal contratto, è fallimentare dal punto di vista dell’efficacia e profondamente ingiusta nei confronti di tutti quei lavoratori onesti che dedicano il loro tempo e la loro professionalità oltre i limiti orari previsti dallo stesso contratto. In questi ultimi giorni è accaduto qualcosa, che potrebbe invertire la rotta dell’ormai usuale invasione legislativa sul contratto della scuola. 
Si tratta dell’incidente politico-governativo dell’aumento dell’orario di lavoro dei docenti della scuola secondaria, da 18 a 24 ore settimanali, a parità di stipendio. Questo provvedimento portato all’attenzione delle Commissioni parlamentari di cultura e bilancio, nella discussione della legge di stabilità, ha creato un vero problema politico, perché ha visto il partito democratico decisamente contrario a questa invasione legislativa di prerogative tipicamente contrattuali. In queste ore a livello politico e sindacale si è aperto un interessante dibattito sulla necessità di aprire un confronto che conduca al rinnovo contrattuale della scuola. 
Troppe cose sono cambiate in questi ultimi anni e troppe cose cambieranno ancora per la nostra scuola italiana, per non aprire con urgenza il tavolo delle trattative contrattuali. Bisogna ricordare che il contratto della scuola è bloccato da tre anni e il vecchio contratto, attaccato da più parti, ha bisogno di essere rinnovato e adeguato alle leggi vigenti. In questa direzione vanno le dichiarazioni dei maggiori esponenti sindacali, firmatari del contratto, ma anche di importanti esponenti del governo. Al riguardo è intervenuta il sottosegretario Elena Ugolini, che afferma: “bisogna rivedere il contratto nazionale della scuola, per “valorizzare il ruolo dell’insegnante”, la sua dichiarazione continua dicendo: “dobbiamo uscire dall’idea impiegatizia del lavoro dell’insegnante e, per questo, mi piacerebbe che si rivedesse nel complesso il contratto della scuola, guardando al docente come figura a tutto tondo e tenendo conto anche delle ore di preparazione delle lezioni, delle prove in classe, del lavoro con i colleghi e non solo delle lezioni frontali”. Adesso attendiamo di capire se effettivamente c’è l’intenzione di sedersi intorno ad un tavolo per avviare una nuova stagione contrattuale