I “Quota 96” della scuola non entreranno nella legge di stabilità: la questione sarà affrontata “risolutivamente” la prossima primavera con le risorse destinate alla riforma della scuola (che però, aggiungiamo noi, rischia di diventare un ‘pozzo’ di S. Patrizio).
L’annuncio è arrivato nella serata del 26 novembre dal viceministro dell’Economia, Enrico Morando, nel corso della discussione in Commissione Bilancio della Camera, in cui sono stati presentati vari emendamenti sul nodo ancora irrisolto.
Insomma, per i circa 2.500 dipendenti della scuola, in larga parte docenti, ancora in servizio per via della riforma Fornero, si prevede l’ennesimo slittamento. Quella di quota 96 “resta una ferita aperta tra il governo e questa Commissione”, ha tuonato il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), commentando lo stop agli emendamenti.
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Boccia ha ricordato che la Commissione ha già affrontato il problema in passato, non ottenendo però la bollinatura delle coperture necessarie dalla Ragioneria generale dello Stato. “Resto dell’avviso – ha concluso – che il problema non è tecnico, è politico”.
Non a caso, la deroga, prevista dagli emendamenti bocciati, aveva già ricevuto parere negativo del governo. E nei giorni scorsi erano cadute analoghe proposte di modifica presentate dalla Lega Nord.
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