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Ragazzini della Milano “bene” rapinano supermercato, espulsi dalla scuola prestigiosa: “Era una bravata”

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“Era una bravata”: questo quello che si sente spesso dire dai giovanissimi autori di crimini più o meno gravi e dai loro genitori di recente, come se queste parole servissero per, in qualche modo, essere assolti, per togliersi di dosso la responsabilità di quello che è stato, ormai, fatto.

La ricostruzione dei fatti

Questa la frase pronunciata da un ragazzo di 15 anni che lo scorso giugno, insieme ad un compagno di scuola di 17 anni, ha rapinato un piccolo supermercato a Milano, in zona Chinatown. Come riporta MilanoToday si tratta di due ragazzi di buona famiglia, figli di manager o comunque persone altolocate. Uno dei due ha origini cinesi, l’altro ungheresi.

Il 17enne è stato arrestato la scorsa settimana, mentre il complice è stato preso in flagranza, ed al momento è libero. I due – stando a quanto ricostruito dagli agenti dell’antirapine della squadra mobile – erano entrati nel market e avevano rubato poco più di 800 euro in contanti dopo aver puntato una pistola al petto del cassiere, urlandogli contro “dove sono i soldi”. Il 15enne era stato fermato subito dalla stessa vittima e da alcuni passanti, mentre l’amico – che impugnava la pistola – era riuscito a far perdere le proprie tracce con una parte del bottino, circa 500 euro. 

L’azione della scuola è stata determinante

Il più piccolo dei due ha parlato di bravata nonostante i due avessero agito con cappellini, passamontagna, occhiali scuri e guanti, quasi da banditi professionisti. Mercoledì, su ordine del Gip del tribunale per i minorenni, il ragazzino è stato accompagnato in una comunità protetta del Pavese in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. L’amico, che era stato portato al Beccaria, è invece uscito dal carcere.

Il 17enne è stato identificato grazie alla collaborazione del complice e della scuola, che ha espulso entrambi. Già in precedenza i due – soprattutto il più grande – si erano fatti notare per motivi disciplinari, come riporta Il Corriere della Sera.

Spesso sono i genitori a minimizzare

Qualche mese fa, è un esempio lampante, si è parlato di “bravata” in relazione all’incidente di Casal Palocchio, alle porte di Roma, che ha causato la morte di un bambino di 5 anni che si trovava a bordo di un’auto con la madre e la sorellina di tre anni. La loro Smart è stata travolta da una Lamborghini, guidata da un gruppo di youtuber, i TheBorderline, alle prese con una challenge da destinare ai loro canali YouTube e TikTok.

“Abbiamo sentito che rassicuravano i figli – è incredulo il dirigente dell’asilo nido che frequentava il bambino – e gli ripetevano che era stata solo una bravata, che si sarebbe risolto tutto”. Queste frasi hanno ovviamente fatto storcere il naso a molti.