Home Attualità Ramadan: la circolare della dirigente solleva un nuovo caso

Ramadan: la circolare della dirigente solleva un nuovo caso

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In una scuola di Soresina (Cremona) la preside avrebbe inviato una circolare con la quale si invitano i docenti a “evitare di consumare cibo o bevande” a scuola per rispetto della sensibilità della minoranza islamica nel periodo del Ramadan e par consentire la preghiera islamica.
Nella circolare, secondo quanto riporta Il Giornale che non manca di fare il paragone con quanto successo nella scuola di Pioltello, la dirigente scolastica avrebbe pure  fornito ai docenti informazioni su come affrontare “questo importante periodo per la comunità religiosa musulmana presente nella nostra scuola”.

E fra le informazioni, l’invito  a promuovere una “pausa per la preghiera e momenti di riflessione, fornendo, quando è possibile, opportunità per i momenti di preghiera e riflessione durante la giornata scolastica per coloro che desiderano parteciparvi”.
Sembra, come già detto, che i docenti vengano invitati a “evitare consumi alimentari all’interno della scuola durante le ore di digiuno del Ramadan, come segno di rispetto per coloro che stanno osservando il digiuno”.

Ma verrebbero pure date altre indicazioni in riferimento alla didattica, creando, secondo quanto commenta Il Giornale, “una frattura tra gli studenti di diverse religioni e favorendo i musulmani con le interrogazioni e le verifiche programmate” e “posticipando le prove dopo la prima settimana di Ramadan, evitando quindi il periodo in cui chi digiuna si abitua ai nuovi ritmi”.

Per cui si inviterebbero i docenti a non fissare “verifiche, interrogazioni, uscite o momenti importanti per la didattica” nel ventisettesimo giorno di Ramadan, poiché “è considerato il più importante e a non effettuare interrogazioni e verifiche nel giorno della festa di fine Ramadan o il giorno successivo”.
Tutto ciò, per “promuovere un ambiente inclusivo e rispettoso”, mentre  gli altri studenti “dovranno anche ascoltare momenti in aula dove le alunne e gli alunni che osservano Ramadan possano spiegare questo mese alle compagne e ai compagni non musulmani”.

Questa la cronaca riportata dal Giornale che però non manca nemmeno di riportare le successive polemiche sollevate dalle destre, perché la preside realizzerebbe “un trattamento di favore – non richiesto e non previsto – nei confronti degli alunni che professano una certa religione”.

Conclude infine, riproponendo il caso della scuola di Pioltello: “Il punto è che dietro a queste decisioni c’è ben poco buon senso ma un cedimento culturale nei confronti dell’islam”.

Sostiene tuttavia la preside, si legge invece sul Giorno : “Ho solo inviato una circolare come ho fatto lo scorso anno seguendo una prassi consolidata che non prevede né chiusure né iniziative di alcun genere. Anzi, a titolo personale dico senza problemi che sono del tutto contraria alla chiusura delle sedi scolasticheper la fine del Ramadan e su questo ci tengo ad essere chiara. Il contenuto della nostra circolare è solo quello di fornire un contributo per promuovere un ambiente inclusivo e rispettoso in cui tutti gli individui si sentano accolti e supportati”.