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Reclutamento infinito e poche prospettive economiche: crolla la vocazione per l’insegnamento, l’allarme di Eurydice

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Limitate prospettive economiche, welfare ridotto ai minimi termini, procedure di reclutamento lunghe e complesse, fatte di concorsi infiniti, rimandati e con un numero assai limitato di posti disponibili. Ciò genera una limitata, se non assente, vocazione per l’insegnamento, la formazione e la didattica per le nuove generazioni, rivolte ed interessate oramai a discipline economicamente più stabili e redditizie.

A renderlo noto, oltre alla precaria presenza di futuri docenti qualificati a livello europeo, è il rapporto Eurydice, che già rende nota un’istantanea alquanto agghiacciante: un Vecchio Continente diviso e disomogeneo sotto il profilo remunerativo, di tutela, di didattica, di digitalizzazione, di innovazione. Il rapporto si fonda, nella voce “Come si diventa insegnante in Europa”, sulla questione della vocazione docente: il focus in oggetto è rivolto agli insegnanti della scuola secondaria in riferimento ai dati acquisiti da un rapporto TALIS risalente al 2018 scorso, nel quale si rende noto che, a livello europeo, vi sono evidenze sia sulle politiche che sulle pratiche in chiave comparata.

Docenti in prima linea: dal contrasto alla crisi globale alla mancata formazione e vocazione

Dalle conclusioni dei lavori del Consiglio Europeo risalenti al 26 maggio 2020 risulta che gli insegnanti, sostenuti sia dai Ministeri Nazionali e dalle Autorità Europee, costituiscono uno dei pilastri del contrasto ad una crisi globale sotto il profilo economico, finanziario e – non in ultima battuta – culturale e formativo. La successiva Comunicazione della Commissione sulla realizzazione dello spazio europeo dell’istruzione entro il 2025 rende noto che gli insegnanti costituiscono uno dei sei pilastri per la costruzione e costituzione di uno spazio europeo basato sullo sviluppo sostenibile e la formazione: sono inoltre una delle cinque priorità europee entro il 2030. Mancano però tutele e la vocazione fattiva del corpo docente, barbaramente assassinata dalle precarie condizioni del settore.

Una delle priorità aggiuntive, ma cruciali in un’ottica di mantenimento organico del settore, è quella di rafforzare le competenze e la motivazione nelle professioni nel settore dell’istruzione. Il rapporto rende noto che, in via generale, si assiste da circa un biennio ad un quadro di nuove esigenze da parte sia del corpo docenti sia dagli studenti: aspettative e responsabilità in contrasto con un calo generale della motivazione e della vocazione degli insegnanti. Ciò ha dato luogo, secondo Eurydice, ad una generale crisi professionale circa il reclutamento di docenti preparati, motivati e competenti, specie in Italia. 

Cosa accade in Italia?

Il calo generale dei laureati STEM ha già aperto e prodotto un quadro complesso in seno al mercato del lavoro, ma ha anche ridotto la possibilità di reclutare docenti per le discipline scientifiche. Le questioni menzionate sono estese anche ai docenti di sostegno per gli studenti con bisogni educativi speciali. Al Settentrione le graduatorie aperte per il reclutamento di queste figure sono in sofferenza: arrivano spesso candidati del Mezzogiorno che non possono garantire continuità didattica con quei docenti STEM o di sostegno trasferiti altrove.

Questa problematica, rende noto INDIRE, riguarda ben 35 sistemi educativi in Europa (otto di questi, tra cui anche l’Italia, soffrono sia di carenze che di eccesso di offerta). Il secondo limite, secondo i report europei, è relativo ad un obsoleto sistema di reclutamento: procedure rare, lente, spesso a cadenza poliennale. Ciò contribuisce all’anzianità generale del corpo docente: INDIRE afferma che “quasi il 40% degli insegnanti del livello secondario inferiore ha oltre 50 anni, (in Italia il dato è più del 50%) e meno del 20% ha meno di 35 anni”.