Ci sarebbe un miliardo in più per la scuola di Lombardia e Veneto se passa la regionalizzazione. Niente per Emila Romagna “perché le sue richieste puntano su competenze legislative e programmazione più che su strutture e personale”.
Lo scrive Il Sole 24 ore che puntualizza: la scuola da sola “nelle tre regioni vale più di 11 miliardi di euro. Lombardia e Veneto hanno chiesto, e stanno ottenendo, il trasferimento delle competenze piene, compreso il personale che da solo copre il 90% del conto totale. L’Emilia Romagna no”.
E poi aggiunge: “Nelle due regioni l’istruzione costa 8,4 miliardi” e dunque “le quote di Irpef o Iva cedute per finanziare la scuola dovranno valere quella cifra («spesa storica»)”; inoltre devono essere definiti i fabbisogni standard e i «livelli essenziali delle prestazioni», e “per ogni funzione trasferita alle Regioni «potenziate» bisognerà garantire un finanziamento pari almeno al «valore medio nazionale procapite» della spesa per la stessa funzione”.
“Secondo i numeri della Ragioneria generale, lo Stato spende per l’istruzione 463 euro per ogni lombardo e 483 per ogni veneto”, mentre la media nazionale, invece, è a 537 euro, spinta in alto soprattutto da Sardegna (788 euro), Calabria (710), Basilicata (702) e Campania (671)”.
“Per garantire anche a Lombardia e Veneto i 537 euro a testa, serve esattamente un miliardo in più. Da finanziare come? «Senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica», recita l’accordo. Quindi? La via maestra è l’aumento della fetta di Irpef-Iva da lasciare sul territorio. Sperando che il gettito rimasto statale basti a finanziare le esigenze dello Stato. Altrimenti bisognerebbe trovare nuove coperture”.
“Ma il conto sarebbe a carico di tutti. Con le conseguenze facili da immaginare se si ritocca una tassa nazionale perché un miliardo in più è rimasto in Lombardia o in Veneto”.
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