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Regno Unito, riforma ai blocchi di partenza

Tony Blair ha presentato al Governo e alla stampa il suo modello di riforma del sistema d’istruzione che entro il 2015 dovrebbe modificare in profondità il volto della scuola britannica. Obiettivo numero uno: aumentare il numero dei giovani scolarizzati oltre il sedicesimo anno di età, ancora troppo basso oltre Manica.
Il primo Ministro inglese punta in alto e intende realizzare ciò che a nessuno è mai riuscito: accontentare tutti, docenti, alunni e genitori. Per la sua mission impossible Blair porterà il bilancio della scuola, nel giro di tre anni, da undici a cinquantotto miliardi di sterline e rafforzerà l’autonomia degli istituti ai quali il governo verserà direttamente altri fondi, senza farli passare dalle casse degli enti locali.
Ogni scuola avrà uno statuto che le permetterà di avvelersi di sponsor privati, potrà pagare meglio i suoi docenti e scegliere con più libertà discipline e programmi da offrire agli studenti. Altra misura di rilievo, la progressiva liberalizzazione della cosiddetta carta scolastica.
Le famiglie, cioè, saranno più libere di iscrivere i propri figli nell’istituto di loro gradimento – una vecchia istanza da sempre portata avanti dal partito conservatore – senza impedimenti burocratici legati alla zona di residenza. Per meglio realizzare questo obiettivo, la riforma prevede l’apertura di altre duecento scuole e l’aumento dei posti in quelle maggiormente richieste dall’utenza. Il sistema scolastico sarà più flessibile, gli alunni potranno alternare scuola e apprendistato e cambiare più facilmente indirizzo di studio.
Con l’introduzione massiccia di pacchetti didattici multimediali ad uso dei docenti e degli alunni, sarà più facile personalizzare l’insegnamento-apprendimento, rispettando  tempi e ritmi di apprendimento.
Tutti gli istituti saranno ristrutturati e messi in grado di accogliere le novità che la riforma prevede, in termini di aule e attrezzature, le reti tra scuole saranno le benvenute e postazioni multimediali all’avanguardia troveranno posto in ogni scuola. "Finché ci sarò io – ha dichiarato Tony Blair ai giornalisti – non si tornerà a un modello di scuola basato sulla selezione. Ogni studente riceverà il massimo delle attenzioni, sarà il sistema che dovrà adattarsi alle esigenze dell’individuo e non il contrario".
Tutti plaudono alla riforma, ma ci pensa l’opposizione a smorzare gli entusiasmi: una sfrenata liberalizzazione non accentuerà, invece che sfumarle, le differenze tra istituti?

Gabriele Ferrante

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