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Religione, appello della Cei ai non avvalentisi: ripensateci

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“Incoraggiare positivamente quanti non l’hanno ancora scelta, affinché scoprano la ricchezza della dimensione religiosa della vita umana e la sua valenza educativa”: è questo il messaggio che la presidenza della Conferenza episcopale italiana ha inviato, in modo particolare alle famiglie degli studenti, per sensibilizzare coloro che non l’hanno fatto a scegliere l’ora settimanale di religione.
“Nell’anno scolastico 2009-2010 l’insegnamento della religione cattolica – sottolinea la Cei nel messaggio – è stato scelto dal 90% delle famiglie e degli alunni delle scuole statali. Tale dato sale al 90,80%, se si tiene conto anche di quanti frequentano scuole cattoliche. L’alto tasso di adesione attesta la forza di attrazione di questa disciplina, di cui gli stessi avvalentisi sono i testimoni più efficaci. Proprio a questi studenti e alle loro famiglie chiediamo di incoraggiare positivamente quanti non l’hanno ancora scelta, affinché scoprano la ricchezza della dimensione religiosa della vita umana e la sua valenza educativa, finalizzata al pieno sviluppo della persona”.
A ben vedere, però, negli ultimi anni il numero di alunni e studenti che si avvalgono dell’insegnamento della religione risulta in discesa. Soprattutto nelle grandi città, come Milano, e nella scuola secondaria superiore: non sono rari i casi in cui il numero di coloro che svolgono attività alternativa (sempre se organizzata dalla scuola) è superiore a quello di chi segue l’ora di religione . Una tendenza che non sempre è, tra l’altro, giustificata dall’aumento esponenziale di iscritti di nazionalità o origini non italiane. Per non parlare della disaffezione generalizzata della società verso i valori incarnati dalla Chiesa: significativa, in tal senso, la crisi degli oratori e delle tradizionali attività giovanili organizzate dagli ambienti ecclesiastici.
Secondo la Cei, però, il fatto che nella scuola primaria l’adesione continua ad essere altissima, spesso vicina all’unanimità, è un dato inequivocabile: la testimonianza che “lo studio delle fonti e delle forme storiche del cattolicesimo – sostengono i vescovi – è parte integrante della conoscenza del patrimonio storico, culturale e sociale del popolo italiano e delle radici cristiane della cultura europea e gli insegnanti di religione cattolica, forti di una formazione umana e spirituale radicata nell’appartenenza ecclesiale e arricchiti nella cura costante di una professionalità adeguata alle nuove sfide culturali, si offrono come protagonisti, in sinergia con i colleghi delle altre discipline, di un’azione pedagogica illuminata dalla fiducia nella vita e dalla speranza, capace di raggiungere il cuore e la mente dei giovani”.
Di la deputata del Pd Giovanna Melandri ha reso nota a Montecitorio, insieme ai democratici Andrea Sarubbi e Jean Touadi, una proposta di legge che prevede l’insegnamento della materia “Introduzione alle religioni” nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria superiore. “La proposta – si legge nella relazione che accompagna il testo – non vuole sostituire né sovrapporsi alle altre discipline già presenti nell’ordinamento scolastico, compreso l’insegnamento della religione cattolica, ma vuole introdurre una materia che studi il fenomeno religioso come elemento dell’animo e della cultura umana”. Una materia, si precisa, dallo “spirito non confessionale”.
“Le modalità, i docenti incaricati e la relativa classe di concorso che dovrà selezionarli dovranno garantire un approccio quanto più possibile scientifico e non dogmatico al tema”, si spiega. “Nei programmi – prevede la proposta – dovranno essere affrontati gli aspetti della sociologia della religione che inquadrano il fenomeno, i fondamenti teologico-culturali delle grandi tradizioni religiose e le principali questioni di interazione con la contemporaneità. Particolare (ma non esclusiva) attenzione dovrà essere riservata alle tradizioni religiose monoteiste ed in particolare alle vicende che queste hanno avuto nella storia euro-mediterranea. E’ fondamentale però che adeguato spazio sia riservato anche alle tradizioni religiose orientali”. Alla proposta hanno aderito anche due deputati della maggioranza: Aldo Di Biagio del Fli e Paola Frassinetti del Pdl.