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Revisione degli organici: l’Adi è d’accordo

Mentre le polemiche sull’applicazione del decreto 255 sul precariato non si placano (per esempio, per la mattina del 15 settembre sindacati confederali e Snals hanno organizzato a a Torino un sit-in di precari davanti alla sede della Rai), il ministro incomincia ad incassare qualche consenso.
Piace molto alla Gilda l’idea dell’area separata di contrattazione per i docenti di cui si è parlato nell’incontro fra Ministro e sindacati del 12 settembre.
"Il Ministro – afferma il coordinatore nazionale Ameli – ha aggiunto che l’iter istitutivo sarà breve e arriverà a compimento in tempo utile per il rinnovo contrattuale".
La stessa Gilda mostra di apprezzare "i risultati estremamente positivi ottenuti con il decreto di avvio dell’anno scolastico" e sottolinea come "l’arma della trasparenza utilizzata quest’anno dal ministro, potenziata sempre più, consentirà l’ammodernamento della macchina amministrativa dell’Istruzione".
Segnali positivi arrivano anche dalla Associazione Docenti Italiani che non sembra essere affatto contraria ad una operazione di revisione dei criteri di assegnazione degli organici alle scuole.
"Esiste in Italia – sostiene la presidente dell’ADI Alessandra Cenerini – un "gonfiamento" del numero dei docenti (per non parlare degli
ausiliari) come in nessun altro Paese e non perchè abbiamo un basso numero di allievi per classe ma perchè abbiamo un’eccessiva frammentazione delle
discipline e, nella secondaria, un numero eccessivo di ore di lezione (si pensi alle 40 settimanali dei professionali) a cui si accompagna un irrazionale utilizzo del tempo di lavoro degli insegnanti".
"Con le ore di lezione di 50 minuti si fanno in realtà 3 ore settimanali in meno, le cattedre sono ad orario completo di 18 ore solo nel 48% dei casi, spesso è impossibile aggregare spezzoni dentro alla scuola, poichè servono a costituire altre cattedre dislocate irrazionalmente su istituti diversi".
Sulle cause di questa situazione Cenerini ha pochi dubbi: "Tutto questo accade perchè da un lato i sindacati continuano a tutelare piccoli privilegi dei docenti di ruolo, e dall’altro perchè si persiste nel considerare la scuola sacca della disoccupazione intellettuale, da riempire, peraltro, con indecorose sanatorie; siamo convinti che, fino a quando  persisterà questa situazione non sarà possibile un reale adeguamento delle retribuzioni".
Ma è difficile che – su questo terreno – gli insegnanti dell’ADI riescano a raccogliere consensi all’interno del mondo sindacale, anche se va detto  che sulla loro proposta di codice deontologico l’interesse dei sindacati sta aumentando molto.

Reginaldo Palermo

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