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Rientro a scuola, IdeaScuola: “Le mascherine Ffp2 non sono omologate per i bambini, fragili costretti a stare a casa”

Il terzo rientro a scuola in epoca Covid si appresta ad avviarsi mentre da più parti arrivano molti dubbi e critiche su come verrà gestita, nel corso di quest’anno scolastico, la situazione pandemica. Il Comitato nazionale IdeaScuola ha denunciato, ai microfoni del Corriere della Sera, le paure con le quali convivono gli alunni più fragili e i loro genitori.

Secondo il Comitato nulla è stato fatto per proteggerli e garantire loro il diritto allo studio alla pari dei loro compagni. “Stanno costringendo le famiglie con bambini fragili a scegliere l’homeschooling”, dice Stefania Sambataro, vicepresidente del Comitato nazionale IdeaScuola. L’associazione ha lanciato un appello alla Società italiana di pediatria e alla Federazione italiana medici pediatri per chiedere “di rileggere attentamente alcune decisioni in materia di gestione pandemica”.

Chi non può portare la mascherina

Secondo IdeaScuola le disposizioni contenute nel documento dello scorso 19 agosto redatto dal Ministero dell’Istruzione non sono adeguate e, soprattutto, non considerano i rischi dei più fragili in un momento in cui, comunque, i contagi da Covid-19 corrono.

In più, è stato sottolineato dall’associazione, nelle indicazioni non si è discusso a proposito dei bimbi che non potranno proteggersi con la mascherina: “Come proteggiamo tutti i bimbi che non possono portare la mascherina? Penso ai bimbi sotto i 6 anni ma anche agli studenti con disturbi dello spettro autistico”, ha continuato Sambataro. Nell’appello ai pediatri, il Comitato ha ricordato che le mascherine Ffp2 non sono omologate per i bambini. Il dispositivo sarebbe infatti una riproduzione in piccolo di una mascherina costruita sulle capacità polmonari di un adulto.

Come risolvere la questione dell’aerazione delle aule?

Sempre attuale è la questione sull’aerazione delle aule: “È stato fatto molto poco – conferma Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma -. Serve una rilevazione della qualità dell’aria ma al momento nessuno l’ha fatta. Inoltre non abbiamo i fondi per installare apparecchi che costano anche tremila euro”.

La soluzione, a detta di Sambataro, potrebbe essere l’installazione di rilevatori di anidride carbonica: “Sono più economici degli strumenti di ventilazione meccanica – conclude Stefania Sambataro – e permettono di programmare l’apertura delle finestre, così da non lasciare in inverno gli studenti al freddo”.

Redazione

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