
In moltissime scuole italiane, in questi ultimi due anni scolastici, si è adottata, per favorire tutte le norme anti-Covid, una flessibilitĂ dellâorario scolastico e anche la riduzione dellâunitĂ oraria di lezione a 50 minuti. Tale riduzione dellâunitĂ oraria è stata attuata per consentire unâentrata ordinata e a volte anche in orari differenziati, unâuscita altrettanto ordinata e anche con orari sfasati, per consentire doppi turni e soprattutto lâigienizzazione dei locali. Per l’anno scolastico 2021/2022, dove si auspica una ripresa piĂš regolare possibile e in presenza per il 100% degli studenti, in molte scuole si torna all’unitĂ oraria di 60 minuti.
Decide il Consiglio di Istituto
L’organo preposto per decidere che tipo di unitĂ oraria adottare per l’anno scolastico 2021/2022, è il Consiglio di Istituto di ogni singola scuola. L’orientamento generale sembra essere quello di un ritorno alla classica ora di 60 minuti, abbandonando le scelte obbligate della riduzione dell’unitĂ oraria a 50 minuti adottate in tempo di emergenza.
Riduzione dell’unitĂ oraria
La riduzione dellâora di lezione, fino a 50 minuti, può avere due motivazioni, una di natura didattica e lâaltra di natura tecnica.
Se tale riduzione dellâora di lezione è deliberata dal Consiglio dâIstituto o di Circolo per motivi estranei alla didattica (orari dei trasporti, mensa, emergenza Covid, ecc…) non comporta alcun obbligo di recupero da parte dei Docenti (CCNL scuola 2006/2009 art.28 comma 8, circ. 243/79, circolare 192/80);
Se invece la riduzione dellâora di lezione, operata per motivi diversi dai precedenti è deliberata dal Collegio dei Docenti, questa âcomporta il recupero nellâambito delle attivitĂ didattiche programmate dallâistituzione scolasticaâ (CCNL 2006/09, art. 28, comma 7 e ancora il D.P.R. 08.03.1999, n. 275 art. 4 c. 2b).
La norma però, è utile sottolinearlo, si riferisce alla riduzione dellâunitĂ oraria, massimo di 10 minuti, solamente per la prima ora di lezione e per lâultima o in taluni casi anche la penultima.Â