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Riflessioni sulla presenza di radon nelle scuole

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La norma di riferimento riguardante il rischio radon è il D. Lgs. 241 del 26 maggio 2000. Tale Decreto è il recepimento della Direttiva 96/29/EURATOM che modifica e integra il d. Lgs. 230/95 in materia di protezione dei lavoratori dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Il decreto prima di tutto identifica le situazioni lavorative nelle quali si può verificare il rischio da radon. Ai fini del rischio da radon si prendono in considerazione:

  • le attività lavorative svolte in luoghi di lavoro in sotterraneo;
  • le attività svolte in luoghi di lavoro in superficie, posti in zone ben identificate – aree a rischio radon .

In entrambi i casi la norma prevede che l’esercente – figura nella quale si identifica il datore di lavoro, nel caso di una scuola il Dirigente Scolastico – faccia misurare la concentrazione di radon in aria negli ambienti lavorativi, avendo come riferimento il valore di 500 Bq/m3.

Per quanto riguarda l’Esposizione al Radon in ambienti si richiede di promuovere interventi volti a individuare le abitazioni che presentano concentrazioni di radon (come media annua) superiori al livello di riferimento e, se del caso, incoraggiano, con strumenti tecnici o di altro tipo, misure di riduzione della concentrazione di radon in tali edifici (scuole comprese).

Il Piano d’azione per il Radon richiede agli Stati Membri di definire un piano d’azione nazionale che affronta i rischi di lungo termine dovuti alle esposizioni al radon nelle abitazioni, negli edifici pubblici e nei luoghi di lavoro per qualsiasi fonte di radon, sia essa il suolo, i materiali da costruzione o l’acqua in base alle considerazioni sugli aspetti individuati nell’allegato XVIII alla direttiva.