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Riforma ai blocchi di partenza

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Come da noi anticipato negli scorsi giorni, nella mattinata del 12 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato il piano pluriennale di investimenti a sostegno della riforma del sistema scolastico: complessivamente – nei prossimi 5 anni – verranno stanziati 8.320 milioni di euro.

Il Consiglio dei Ministri ha inoltre esaminato ed approvato in prima lettura lo schema del decreto legislativo riguardante la definizione delle norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione.

Il decreto conferma le novità di cui già molto si è parlato negli ultimi mesi:

• anticipo graduale delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia (nell’arco di 3 anni si arriverà ad inserire nelle scuole dell’infanzia i bambini nati entro il 30 aprile);
• ridefinizione degli orari di funzionamento delle scuole (da 24 a 30 ore per la scuola dell’infanzia, da 27 a 30 nella scuola primaria, da 27 a 33 nella secondaria di primo grado)
;
• introduzione – fin dalla scuola primaria – del docente tutor al quale affidare compiti di orientamento, coordinamento delle attività educative e didattiche, cura delle relazioni con le famiglie e cura della documentazione del percorso formativo compiuto dall’allievo;
• introduzione del portfolio delle competenze, che dovrà documentare il percorso formativo seguito da ogni allievo fin dalla scuola dell’infanzia;

• nella scuola primaria inglese ed informatica entreranno a far parte dei programmi didattici fin dalla prima classe, mentre nella secondaria inferiore verrà introdotta una seconda lingua europea
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• eliminazione dell’attuale esame di licenza elementare.

Sia nella scuola primaria sia in quella secondaria verranno potenziate le attività di laboratorio "al fine – si legge nel comunicato stampa del Miur – di consentire l’effettiva formazione personalizzata e di ampliare l’offerta formativa, nelle singole scuole o in rete".
A proposito degli orari è bene precisare subito due questioni: gli orari minimi e massimi (da 27 a 30, per esempio, nella scuola primaria) vanno intesi tali per gli alunni e non per la scuola che invece ha l’obbligo di organizzare le attività per il numero massimo di ore possibile.

Agli orari indicati vanno aggiunte le ore da destinare alla refezione (presumibilmente almeno due giornaliere)
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In un servizio a parte renderemo conto, via via che saranno rese note, le posizioni assunte dai diversi soggetti in gioco (organizzazioni sindacali e associazioni professionali in particolare)
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