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Riforma filiera tecnologico-professionale, Valditara: “Una rivoluzione in cui tanti credono. Studente sempre più al centro”

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Intervenuto al convegno alla Camera dal titolo “La sfida al futuro dei giovani tecnologi: l’investimento di Forza Italia nelle filiere tecnologico-professionali sui territori”, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha parlato della riforma appena approvata al Senato:

“Più di vent’anni sono passati da quando il ministro era Letizia Moratti e ieri abbiamo ottenuto un risultato importante: il Senato ha approvato questa proposta di Legge, certamente rivoluzionaria, particolarmente innovativa e quindi sono orgoglioso di rappresentare un Governo che ha creduto fortemente in questa prospettiva riformatrice. Stiamo facendo una cosa buona per i nostri ragazzi. Abbiamo a cuore l’intero Paese, per tutto il nostro sistema produttivo. Imprenditori, associazioni di categoria vengono da me e mi dicono “perdiamo di competitività, non ce la facciamo a reggere, avremmo possibilità di garantire posti di lavoro anche ben retribuiti, ma il sistema scolastico attuale non è in grado di offrire competenze, di fornire qualifiche che noi richiediamo”. Unioncamere ha stimato qualcosa come 38 miliardi di Pil perso perché il 48% delle qualifiche del lavoro non viene soddisfatto, pensate che spreco, pensate che delitto per i nostri giovani e allora io ritengo che chi si schiera contro le innovazioni e contro il dialogo fra la scuola e l’impresa debba sempre riflettere su queste premesse e poi mi fa molto piacere apprezzare lo spirito con cui c’è stato questo dialogo fra le Regioni, gli enti locali e il Governo. Abbiamo modellato questa proposta tenendo conto delle esigenze di valorizzare la formazione professionale perché ci fosse una filiera forte che valorizzasse il ruolo delle Regioni che hanno un compito strategico e delineare l’offerta formativa sul territorio. Di questo percorso si parlava dalla 14esima legislatura. Mi ha fatto piacere anche la grande risposta con cui le scuole hanno partecipato a questa riforma, una straordinaria risposta delle Regioni del Mezzogiorno, Calabria, Sicilia, Puglia, Campania, le scuole del Sud che hanno creduto fortemente in questa riforma e che hanno capito quest’opportunità straordinaria che noi offriamo ai loro giovani e c’è stata una voglia di riscatto che non dobbiamo dimenticare. Anche questo è un modo per riunire l’Italia”.

“Sempre più pluralità di intelligenze”

“Questa riforma esprime dei valori significativi – spiega Valditara – innanzitutto esprime la centralità della persona, io parlo spesso di scuola costituzionale, cioè quella scuola che mette al centro la persona dello studente e qui voglio ricordare quel bellissimo testo di Giorgio La Pira. Così come il docente tutor, così come il docente orientatore, anche questa riforma vuole valorizzare i talenti. Merito non è il raggiungimento di obiettivi quasi impossibili riservati a pochissimi, non è l’eccellenza ma è il meglio di sé che ciascuno può dare con l’impegno. Tante e meravigliosamente diverse sono le intelligenze. Negli anni ’80 è crollato il mito dell’intelligenza unica che era quello che ispirava la scuola gentiliana, piramidale e invece si è affermata la teoria della pluralità delle intelligenze, tutte di uguale dignità. Noi in questo modo valorizziamo tutte le intelligenze, dando la possibilità a ogni ragazzo di realizzarsi”.

Quattro anni? “Ecco cosa significa”

“L’impresa non è qualcosa di pericoloso, non ci dev’essere paura di contaminazione fra scuola e impresa, fra pubblico e privato, dico sempre che dobbiamo lanciare una sfida al privato perché si mobiliti per la nostra scuola, rapporto scuola-impresa è un tabù che sta crollando, ecco perché c’è una conservazione molto dura che cerca di ostacolare questo percorso di formatore. I quattro anni non significa comprimere e fare in quattro anni ciò che si fa in cinque perché significherebbe far fallire la riforma ma significa pensare a programmi del tutto nuovi e non è un caso che siamo andati a guardare i momenti di fragilità di un percorso tecnico-professionale e allora noi andiamo a potenziare lo studio della matematica, dell’italiano o dell’inglese perché queste scuole siano competitive col sistema liceale e con le altre scuole che stanno all’estero che sono di quattro anni. Sapete cosa vuol dire quattro anni a invarianza di organico? Vuol dire avere un esercito di docenti al servizio di questi studenti che potranno personalizzare sempre di più la formazione. Sapete anche cosa vuol dire avere la possibilità per tecnici, manager, imprenditori di insegnare laddove manchino le specializzazioni vuol dire rendere sempre più moderna e attuale un certo tipo di formazione. L’importanza dei laboratori, il rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro, l’internazionalizzazione, la ricerca”.