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Riforma, gli studenti spostano la protesta a scuola: un altro autunno di occupazioni?

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Il nostro percorso di protesta continuerà all’interno delle nostre scuole attraverso la rappresentanza studentesca.

A dirlo, il giorno dopo le prime manifestazioni dell’anno scolastico da parte degli studenti contro la riforma della scuola, quella costituzionale e i tagli al diritto allo studio, è Giammarco Manfreda coordinatore nazionale delle Rete degli studenti medi.

La rappresentanza studentesca – sostiene – deve ambire a svolgere ruolo di guida politica degli studenti, deve “diventare megafono di una generazione”.  

“Per queste ragioni – continua – abbiamo deciso di lanciare un manifesto in cui gli studenti possano riconoscersi e che tutti i candidati ai diversi luoghi di rappresentanza studentesca possano sottoscrivere, per fare della rappresentanza studentesca lo strumento attraverso cui rispondere ai bisogni della nostra generazione, partendo dalle scuole e con l’obiettivo di portare anche fuori le voci e le rivendicazioni di tutti gli studenti, il cui presente è segnato da una condizione di incertezza e precarietà”.

Manfreda dice ancora: “siamo stati nelle piazze di tutto il paese con manifestazioni e assemblee sia la mattina che il pomeriggio per dare voce ad una generazione che l’ha persa, perché rimasta inascoltata troppo a lungo. Crediamo che oggi sia fondamentale ricostruire una coscienza critica nel nostro paese“.

E ancora: “ripartendo dalla voce degli studenti, da quelle che sono le loro esigenze per poter avere riconosciuto il loro ruolo nella società, come il lavoro, che oggi vediamo sempre più come qualcosa di difficile da raggiungere al termine del percorso di studio”.

Per queste ragioni è per noi fondamentale tradurre i problemi individuali in rivendicazioni collettive e raccontare una generazione che vuole dare forma e concretezza alle risposte che cerca”, conclude il rappresentante della Rete degli studenti medi.

Dalle sue parole, quindi, si intravede un’altra stagione autunnale di proteste e occupazioni delle scuole. Con tutte le conseguenze, sul piano dell’offerta formativa, ma spesso anche delle relazioni con docenti e dirigenti scolastici, che le occupazioni possono comportare. Anche a livello di legalità, con casi limite di interventi da parte delle forze dell’ordine.

Le iniziative in piazza, comunque, non mancheranno: Unione degli studenti, Unione degli universitari e Rete della conoscenza, si sono già dati appuntamento per il 29 ottobre con iniziative in tutta Italia contro le riforme del governo Renzi e per iniziare la campagna per il No al referendum.

 

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