Riforma P.A., Invalsi e scatti di anzianità

Nella puntata di “8 e mezzo” del 30 aprile u.s., l’on. Ichino di Lista Civica, nell’ambito della discussione sulla riforma della P.A., suggeriva le prove invalsi come un adeguato modello di valutazione per i docenti.

Noi, pensando di interpretare il pensiero e il malumore di molti nostri colleghi, abbiamo serie perplessità su questo strumento, perplessità che articoliamo qui di seguito in nove punti a cui se ne potrebbero aggiungere tanti altri.

 

Nove validi motivi per non prendere in considerazione le Prove Invalsi:

 

1) Le Prove Invalsi talvolta contengono errori.

2) Spesso gli alunni più bravi nelle P.I. non raggiungono risultati positivi.

3) Le P.I. valutano solo le discipline (e quindi eventualmente gli insegnanti) di italiano e matematica.

4) Le prove Invalsi valutano solo i risultati delle classi seconde (e quindi eventualmente valutano solo i docenti delle classi seconde, prime per le Medie. Tale stato di cose, nel caso esse fossero

usate come criterio di valutazione degli insegnanti, creerebbe un caos totale nelle scuole, perché nessun docente di tali materie vorrebbe che gli fossero attribuite classi dove sono previste le Prove Invalsi. Inoltre potrebbero esserci insegnati “fannulloni ” in tutte le altre classi e nessuno lo saprebbe).

5) La capacità di rapportarsi agli alunni, di dialogare con essi, di coinvolgerli e di renderli consapevoli del loro percorso formativo, il rapporto umano e professionale che è alla base dell’insegnamento non può essere valutato dalle P.I.

6) Gli argomenti delle P.I. prevedono argomenti di tutto il biennio (scuole superiori) ma non sempre c’è continuità di docenti e discipline tra primo e secondo anno,pertanto il docente del secondo anno non è potenzialmente responsabile delle deficienze dei programmi relativi all’anno precedente, a meno che non sia “Superman”e riesca a colmare tutte le alcune pregresse ove vi fossero.

7) Le prove invalsi sono calate dall’altro e vengono somministrate senza tener conto delle specificità delle scuole e delle classi e senza tener conto dell’effettivo svolgimento dei programmi, spesso condizionato da fattori familiari, dai diversi ritmi di apprendimento e dai livelli degli allievi.

8) Le condizioni ambientali, culturali, sociali, economiche delle scuole italiane e quindi dell’utenza, delle strutture, delle condizioni e dei contesti di lavoro sono ampiamente diversificate tra Nord e Sud.

9) Gli insegnanti potrebbero attuare strategie per aiutare gli alunni nelle prove.

 

Questi sono solo alcuni degli innumerevoli motivi per cui tali prove non hanno alcun valore realistico!
Suggerimento: se proprio dobbiamo ”copiare” un sistema di valutazione degli insegnanti e non siamo in grado di fornirne uno autonomo, originale, adatto alla nostra complessa realtà, guardiamo oltre
l’Inghilterra, ad esempio al sistema francese! Ma gli scatti di anzianità non si toccano, sono un diritto acquisito con l’anzianità di servizio che di per sé ha un valore!

 

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