Home Attualità Riforme contro il bullismo, Manzi (Pd): “cultura della sanzione non basta, non...

Riforme contro il bullismo, Manzi (Pd): “cultura della sanzione non basta, non si risolvono i problemi con le misure spot”

CONDIVIDI

Non si fanno attendere le reazioni della politica alle riforme contro il bullismo, emanate dal ministero dell’Istruzione e del Merito nella giornata di oggi.

“Noi non vogliamo sottovalutare in alcun modo la gravità degli episodi di violenza che hanno coinvolto i docenti – spiega Irene Manzi, responsabile scuola del Pd in un post su Facebook – sono preoccupanti ed allarmanti e vanno contrastati con severità. Siamo però convinti che la cultura della sanzione da sola non basta a porre rimedio al disagio che quegli episodi esprimono, che ha radici profonde e riguarda anche noi adulti.
La scuola -non possiamo non ricordarlo- è il luogo  dell’apprendimento, della crescita, dove si imparano a gestire conflitti e relazioni.

“Per questo non condividiamo la strategia espressa dal Ministro Valditara, a cominciare dal ritorno al voto numerico in condotta alle scuole medie, perché questo da solo non basta a certificare vissuti e storie personali e di apprendimento, in una fase complessa di crescita e di passaggio. Se il ministro pensa che il voto in condotta sia l’unico strumento per contrastare il bullismo, trascurando quanto già si fa nelle scuole anche in termini di azioni socialmente utili rivolte al recupero dello studente, senza intervenire sulle cause, senza coinvolgere la comunità scolastica, le famiglie, agendo per spot per rispondere a singoli episodi, di cui riconosciamo la gravità, fa un danno alla scuola. E non si tratta di buonismo ma di consapevolezza del ruolo fondamentale che la scuola riveste nella formazione e nella crescita delle persone”.

“Una valutazione seria e rigorosa espressa in sede di scrutinio scaturisce già ora da un giudizio complessivo sulla maturazione e la crescita civile e culturale dello studente in ordine all’intero anno scolastico, rispondendo  ad una valenza formativa ed educativa. Per restituire maggiore autorevolezza alla scuola, serve un suo nuovo posizionamento sociale, servono investimenti per procedere a una ristrutturazione dell’intero sistema e dei suoi metodi, valorizzandone la missione costituzionale di promozione della persona e di emancipazione dei futuri cittadini attraverso l’istruzione. Servono retribuzioni più elevate per i docenti, interventi a sostegno della comunità educante, tempo pieno, spazi adeguati. Questo dovrebbe fare un governo serio che ha a cuore il futuro delle giovani generazioni e il ruolo della scuola nel sistema Paese”.