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Riforme scuola, la giurista Frezza: “I poveri docenti come animatori addestrati di un villaggio vacanze che sforna analfabeti”

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La giurista, esperta di temi educativi e, come si autodefinisce, “madre di cinque clienti dell’istruzione pubblica italiana” Elisabetta Frezza, si è sfogata ai microfoni del quotidiano La Verità nel corso di un’intervista pubblicata ieri 8 agosto, dando la sua opinione, estremamente critica, su quello che è il sistema scolastico italiano oggi.

La Frezza, basandosi sull’esperienza vissuta a scuola dai suoi figli, a suo avviso molto deludente, è giunta a delle conclusioni: “Siamo dentro un processo che viene da lontano, in cui nulla è casuale, ogni dettaglio. La ricetta, cucinata in sede sovranazionale, è stata importata nel nostro ordinamento attraverso un flusso continuo di riforme, riformine e riformette coronato con l’epifania della ‘buona scuola’ renziana. Il fine è smantellare pezzo per pezzo un sistema educativo che aveva il grave difetto di funzionare a dovere: sfornava infatti una buona percentuale di persone preparate e di teste pensanti”, afferma duramente la studiosa.

La scuola segue le “esigenze di mercato?”

Secondo la Frezza la scuola di oggi non ha più l’obiettivo di formare i cittadini del futuro, fornendo loro gli strumenti necessari per affrontarlo. A quanto le sembra agli studenti di oggi viene insegnato a essere “uguali, obbedienti”. E questo, a suo avviso, non è un caso: “Garantire un sicuro stato di analfabetismo, camuffato dietro un medagliere di diplomi appariscenti, serve a far regnare, incontrastati, il vuoto delle idee e la fuga dalla realtà. E quindi creare il terreno ideale in cui possa attecchire indisturbata ogni impostura o allucinazione”. Un’ignoranza funzionale al potere insomma.

Per la studiosa la pandemia non ha fatto che peggiorare le cose, accelerando “lo svuotamento della scuola dai suoi contenuti propriamente culturali attraverso la sostituzione delle materie fondamentali con una variopinta paccottiglia usa e getta”.

La Frezza, per questi motivi, ha deciso di iscrivere i propri figli in un istituto gestito da suore, che ha definito come “una realtà molto basica dove venivano insegnate cose fuori moda, tipo leggere, scrivere e far di conto. Zero fuffa. La scuola pubblica, invece, per inseguire le sirene del mercato, si è devitalizzata”.

Elisabetta Frezza e la sua definizione provocatoria della scuola di oggi

Ecco come la studiosa vede la scuola di oggi: “Si è trasformata in un incrocio tra un luna park e un laboratorio di rieducazione etico-sociale collettiva. Una sorta di un allevamento di ominidi in batteria, allestito come un villaggio vacanze, con animatori addestrati, i poveri docenti. Agli studenti si dà una spolverata di informazioni assortite, la dispersione ha la meglio sull’approfondimento, si deprime sul nascere ogni tentazione analitica e ogni anelito speculativo, ogni vero esercizio intellettuale. La superficialità e l’approssimazione vengono erette a sistema e acquisite come metodo di lavoro”, ha detto.

A chi la propone come futuro Ministro dell’Istruzione la Frezza ha risposto così: “Non credo di essere portata per le dinamiche della politica. Quello che ho studiato e capito della scuola italiana è a disposizione di chi lo senta nelle proprie corde”. Infine la studiosa ha dato dei consigli a chi diventerà il futuro inquilino di Viale Trastevere: “Fare una pulizia radicale. Tornare ai fondamentali. Promuovere la prospettiva storica anziché l’appiattimento del presente. moltiplicare la bellezza”, ha concluso.