Dopo un periodo di relativa quiete, riprendono le polemiche fra ANP e sindacati confederali a proposito del contratto di lavoro dei dirigenti scolastici.
Nei mesi scorsi, in occasione del contratto integrativo, avevamo assistito ad una tregua se non addirittura a qualche avvicinamento fra le diverse sigle sindacali che rappresentano presidi e direttori didattici; ma con la riapertura dell’anno scolastico il clima si fa di nuovo caldo.
Ai primi di settembre Cgil, Cisl e Uil scuola hanno presentato la propria piattaforma anticipando in qualche modo l’Associazione Nazionale Presidi.
Ma l’organizzazione sindacale di Giorgio Rembado non ha tardato a farsi sentire; con un comunicato di pochi giorni fa l’Anp giudica del tutto intempestiva la decisione dei confederali: "La presentazione ufficiale della piattaforma – sostiene infatti l’Anp – potrà avvenire solo a seguito della determinazione delle aree contrattuali, mentre qualche altra organizzazione sindacale, ritenendo intoccabili le attuali aree dirigenziali o irrilevante la loro diversa determinazione, ha ritenuto di presentare ufficialmente la propria piattaforma".
Si riapre così a un paio d’anni di distanza la vecchia polemica sulla collocazione dei dirigenti scolastici: all’interno dell’area V (quella della scuola) pur con specificità e differenziazioni rispetto alle altre categorie (insegnanti, Ata, ecc..) come vorrebbero i confederali o nell’area I (quella tipica della dirigenza amministrativa) come invece sembra preferire l’Anp?
Per intanto i Confederali ribadiscono che – questione dell’area a parte – per i dirigenti scolastici bisogna prevedere il definitivo allineamento alla restante dirigenza pubblica. E nella piattaforma proposta da Cgil, Cisl e Uil scuola cade anche un altro paletto che finora aveva caratterizzato le politiche confederali: "Bisogna assicurare al dirigente scolastico – si legge infatti nel documento confederale – le concrete modalità di esercizio della facoltà di avvalersi sul piano organizzativo e amministrativo del personale docente e ata, individuando allo scopo risorse aggiuntive". Sembra insomma che secondo i confederali presidi e direttori possano configurarsi come vere e proprie "autorità salariali" nei confronti del personale docente e non, cosa che finora era stata di fatto esclusa.
A riscaldare l’ambiente contribuiscono anche iniziative isolate, come quella di Paolo Quintavalla, dirigente scolastico di Parma e direttore di un sito web interamente dedicato ai problemi contrattuali di presidi e direttori didattici; ricordate la famosa lettera sottoscritta da alcuni attuali esponenti del Governo e avallata dallo stesso Silvio Berlusconi nella quale si prometteva in tempi rapidi l’equiparazione della posizione dei dirigenti scolastici a quella della restante dirigenza pubblica?
Ebbene, Paolo Quintavalla non se n’è dimenticato e ora sta raccogliendo le adesioni dei colleghi ad una lettera che verrà inviata quanto prima a chi aveva assunto impegni precisi.
"E se gli impegni non verranno mantenuti – annuncia Quintavalla – ne trarremo tutte le conseguenze del caso".
Come si vede è facile prevedere che anche i dirigenti scolastici faranno la loro parte per tenere alta la temperatura della stagione contrattuale che sta per aprirsi nella scuola.
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