Risultati Invalsi nel curriculum: un grave errore scientifico, educativo e politico [INTERVISTA]

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Le prese di posizione contro la decisione del Governo di inserire i risultati delle prove Invalsi nel curriculum dello studente si moltiplicano.
In questi giorni l’Associazione Valutazione Educativa e il CRESPI ((Centro Interuniversitario di Ricerca Educativa sulla Professionalità dell’Insegnante) hanno lanciato un appello proprio per segnalare al Ministro e ai parlamentari, che devono convertire in legge il decreto 19 del 2 marzo, gli errori della disposizione approvata.

Il documento degli esperti sostiene che si tratta di un errore scientifico, educativo e politico.
Dal punto di vista scientifico, si legge nel documento, non sono stati considerati i danni derivanti dall’uso improprio di prove standardizzate, che possono compromettere la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento se assunte come obiettivo principale.
Dal punto di vista educativo, si mette in discussione l’autonomia e la libertà delle scuole e degli insegnanti nella valutazione e nella certificazione delle competenze degli studenti. Si ritiene che la valutazione debba essere complessa e dinamica, gestita dal corpo docente e dalla comunità educativa, e non affidata a una singola prova esterna.
Dal punto di vista politico, si critica il fatto che questa decisione sia stata presa senza un dibattito parlamentare o una discussione pubblica adeguata, senza ascoltare le opinioni delle scuole e della società civile.
I firmatari dell’appello chiedono quindi un confronto e una riflessione sull’uso delle prove INVALSI prima di assumere decisioni che potrebbero avere conseguenze negative.
Viene ricordato anche Aldo Visalberghi, uno dei “padri nobili” degli studi sulla valutazione, che fin dagli anni 70 aveva sottolineato come affrontare le disparità territoriali nella valutazione con prove standardizzate rischi di perpetuare e legittimare tali differenze.
La conclusione è che questa scelta deresponsabilizza la politica, lasciando agli insegnanti e agli studenti il peso delle disuguaglianze sociali ed economiche.

Al momento attuale la petizione ha già raccolto più di 4mila firme.
Ne parliamo con Cristiano Corsini, docente di pedagogia sperimentale presso l’Università di Roma Tre, esperto di problemi della valutazione scolastica, che è fra i promotori dell’iniziativa.