Ritorna per le scuole l’obbligo di rivolgersi alla Consip per gli acquisti di beni e servizi; in realtà le nuove regole risalgono alla fine di luglio quando il Parlamento aveva convertito in legge il decreto n. 168 contenente interventi urgenti per il contenimento della spesa pubblica.
Ma il problema emerge ora che ci si avvicina alla scadenza dell’approvazione del Programma Annuale 2005 che vedrà le scuole alle prese con le visite dei revisori dei conti che avranno appunto il compito di controllare che la norma sia stata rispettata.
Nel concreto le scuole devono servirsi della convenzione attiva presso la Consip in tutti quei casi in cui la convenzione offra un prezzo inferiore; in altri termini per potersi rivolgere al libero mercato bisognerà dimostrare di essere riusciti a spuntare offerte migliori oppure che i prodotti o servizi richiesti non sono disponibili presso la Consip.
Il decreto-legge n. 168, convertito nella legge n. 191, ripristina quindi un meccanismo complesso e farraginoso che è stato a suo tempo censurato persino dalla Corte dei Conti che aveva rilevato non pochi elementi negativi.
Spesso infatti – evidenziava la Corte – i prodotti offerti sono di bassa qualità e non sempre hanno prezzi vantaggiosi.
A proposito delle attrezzature informatiche (PC, stampanti e altre periferiche) la Corte parlava addirittura di "fondi di magazzino" obsoleti messi in vendita a prezzi non propriamente equi.
Nel concludere il proprio rapporto la Corte dei Conti parlava quindi di un meccanismo che non ha nulla di efficiente o di efficace ma che – sono sempre parole della magistratura contabile – appare teso più a tutelare le aziende che a favorire veri risparmi di spesa.
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